Note di regia de "L'Albero di Trasmissione"
Gli oggetti meccanici creati dalla famiglia Ciliberti diventano nel film metafora per raccontare i loro passaggi generazionali: si parte dalle geniali invenzioni del nonno Rocco, fino ad arrivare al telefonino che accompagna la vita del nipotino Nicola. Nel mezzo troviamo le strane sculture del figlio Simone, dove gli ingranaggi hanno una funzione più simbolica che funzionale. Ad ogni passaggio corrisponde infatti la perdita o la distorsione delle informazioni trasmesse dalla generazione precedente. Lo sfondo è il quartiere peninsulare di San Cataldo, a Bari, luogo che ha subito nei decenni una pesante stratificazione edilizia, stratificazione che ricorda gli scarti generazionali della famiglia. Il Faro rimane l’elemento più imponente del quartiere, anche se il più vecchio e datato; così come Rocco, il nonno, è la figura più ingombrante di tutto il film.
Fabrizio Bellomo