Presentata la prima edizione di "La Città che
Sale. L'Immaginario Urbano nel Cinema"
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LA CITTÀ CHE SALE". Due giorni per indagare il rapporto tra cinema e "città” nello stile di Campo&ControCampo, attraverso una appassionante staffetta di proiezioni, incontri ed anteprime dedicate al cinema che ha raccontato il mondo urbano e lo ha interpretato e reinterpretato tra visioni futuristiche e speculazione edilizia, utopie architettoniche e degrado delle periferie.
Dopo il successo delle precedenti edizioni ispirate al tema della crisi economica e della corruzione legata al potere, la rassegna cinematografica - promossa da Campo&Controcampo-Storie di Cinema, Camera di Commercio di Siena, Fondazione Sistema Toscana e Cooperativa Nuova Immagine-Cinema Nuovo Pendola e realizzata con il patrocinio di Comune di Siena, Università degli Studi di Siena e Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti, Conservatori della Provincia di Siena - torna a proporci un itinerario di viaggio alla scoperta di un immaginario urbano in continua evoluzione. Ritratti in movimento di città che nel corso dei millenni si sono dilatate, implose, decadute e scomparse, persino risorte e che qui ci vengono restituite attraverso la lente - a volte realistica e spietata, a volte visionaria e distorta - del cinema.
Otto film senza tempo, otto capolavori d’autore saranno proiettati il 24 e 25 novembre a Siena presso il Cinema Nuovo Pendola e faranno da preludio al grande evento previsto nella primavera del 2015: la tavola rotonda sul tema “La città del futuro”.
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La storia del cinema è strettamente legata alla storia delle città" - dichiarano i direttori artistici
Claudio Carabba e
Giovanni Maria Rossi - "
il cinema ha sempre cercato di seguirne i ritmi convulsi, ne ha cantato il progresso, ne ha filmato le ore, i giorni e soprattutto le notti, ne ha pedinato le folle, ne ha celebrato il lusso e il divertimento, per accorgersi periodicamente che la città è anche decadimento, miseria, corruzione, malavita, violenza, solitudine, disperazione e morte".
La Città che sale punta i riflettori sulle trasformazioni urbane avvenute soprattutto tra il Novecento e il XXI secolo che hanno cambiato il nostro immaginario culturale e collettivo, interrogandosi sul futuro della polis di porzioni sempre più vaste di cittadini del mondo a partire da due focus tematici pensati come due capitoli di un racconto a più voci: “
Il sogno dell’architetto” e “
Le mani sulla città: speculazione edilizia, criminalità organizzata e il malessere delle periferie”.
Lunedì 24 novembre nella prima giornata di proiezioni “
Il sogno dell’architetto” - arricchita dall’intervento del critico cinematografico Sergio Arecco e dell’architetto urbanista Giovanni Maffei Cardellini - sono protagoniste le visioni di città dei grandi architetti: dall’esplosione fantasiosa dell’Art Nouveau a cavallo dei secoli XIX e XX all’esperienza razionalista di Walter Gropius e del Bauhaus; dalla genialità di Le Corbusier, Frank Lloyd Wright e Oscar Niemeyer alle ipermediatiche archistar contemporanee (Frank Gehry, Norman Foster, Jean Nouvel, Arata Isozaki, Renzo Piano, Santiago Calatrava, Massimiliano Fuksas ecc.).
I film selezionati tracciano un itinerario ideale che è cominciato con "
Berlino, sinfonia di una grande città" di Walter Ruttmann (Germania 1927), un classico del cinema muto che celebra l’esaltazione della vita di una grande città “moderna” dal primo risveglio alla notte per approdare a "
La fonte meravigliosa" il film di King Vidor (Usa 1949) che sarà proiettato alle 16 e che in chiave di melodramma fa rivivere le idealità estetiche e le battaglie civili di giganti solitari come Lloyd Wright nella giungla d’asfalto di New York. Sullo schermo alle 18.30 anche la "
Manhattan" di Woody Allen (Usa 1979), insuperata dichiarazione di amore e odio per l’icona principe della metropoli e del cinema stesso. Alle 21.15 è prevista la proiezione di "
Caro diario" ("
ep. In Vespa") di Nanni Moretti (Italia-Francia 1993). Chiude la giornata l’anteprima senese del recentissimo "
Medianeras" (2011) dell’argentino Gustavo Taretto, un film che trasferisce nella babele architettonica di Buenos Aires le nevrosi e la solitudine della gioventù urbana del mondo.
La seconda giornata in programma martedì 25 novembre è ispirata al tema “
Le mani sulla città: speculazione edilizia, criminalità organizzata e il malessere delle periferie” e propone una selezione di film che raccontano la deriva del secondo dopoguerra determinata dallo sviluppo sregolato dei piani urbanistici e l’intreccio perverso tra potere politico, organizzazioni criminali ed edilizia selvaggia, che ha cambiato il volto e l’anima stessa delle città, creando sacche di marginalità nelle periferie delle grandi metropoli che diventano rifugio dei gruppi sociali più sfavoriti, delle etnie più deboli, degli immigrati meno protetti, della malavita piccola e grande.
Si comincia alle 16 con una doppia proiezione - arricchita dall’intervento di
Sergio Arecco - di "
Accattone" di Pasolini (1961) che mostra il degrado urbanistico e antropologico delle borgate romane dei primi anni Sessanta e "
Chinatown" di Roman Polanski visibile in copia restaurata alle 18.30. Un film che indaga con occhio attento e impotente nel marcio e nella corruzione della Los Angeles degli anni Trenta. La giornata si chiude alle 21.15 con l’anteprima del film di Guido Lombardi "
Take Five" di cui sono protagonisti i “soliti ignoti” malavitosi che tentano un fallimentare colpo in banca. L’atmosfera di questa pellicola ci proietta inaspettatamente nel ventre della città di Napoli con l’anteprima di "
Largo Baracche" di Gaetano Di Vaio (Italia 2014) una figura atipica - produttore, regista, attore – emerso grazie al cinema da un passato difficile, che sceglie come attori ex detenuti e ci consegna la voglia di riscatto dei ragazzi dei Quartieri Spagnoli che sognano un’altra esistenza fuori dai confini del crimine. Intervengono alla proiezione l’architetto urbanista Augusto Mazzini, il regista e produttore
Gaetano Di Vaio e il regista
Guido Lombardi.17/11/2014, 14:20