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ROBERT DE NIRO - A Roma per il documentario su suo padre


L'attore è in Italia per presentare il documentario "Remembering the Artist Robert De Niro Sr" diretto da Perri Peltz e Geeta Gandbhir. Un omaggio commovente al padre pittore pensato come un'eredità da lasciare a figli e nipoti. La famiglia, la carriera, l'omosessualità e la malattia. Un incontro per mostrare una biografia che andrà in onda su Sky Arte


ROBERT DE NIRO - A Roma per il documentario su suo padre
Robert De Niro
Robert De Niro riesce sempre ad affascinarci. Ha seminato talmente tanto che, malgrado qualche piccolo neo negli ultimi anni di carriera, rimane un icona del cinema mondiale, specialmente per noi italiani. E proprio per questo ha scelto l'Italia e Roma per presentare il documentario che racconta la vita di suo padre, Robert De Niro Senior, pittore.

"Roma è una città favolosa dove ho girato parecchi film" ha detto l'attore alla presentazione del documentario "e poi le mie origini... quale posto migliore per presentare in Europa questo lavoro su mio padre".

Pensato e diretto da Perry Peltz e Geeta Gandbhir, "Remembering the Artist Robert De Niro Sr", vede l'attore nelle vesti di intervistato e di lettore di alcuni brani dei diari del padre.

"Abbiamo trovato quei diari nel suo studio, dopo la sua morte nel 1993, quando sistemavamo le sue cose. Devo dire la verità, non li ho letti e non sono sicuro di volerlo fare. Forse i miei figli li leggeranno prima di me. I brani che leggo nel documentario li hanno scelti i registi".

Perché ha voluto fare questo documentario su suo padre?

"Ho accettato di realizzarlo per i miei figli e nipoti. Era necessario farlo per mio padre, come una specie di eredità. È importante per me che si veda in giro ma più importante che lo vedano i miei figli. Infatti il lavoro all'inizio doveva essere realizzato per la nostra famiglia, solo per noi. Poi vista la qualità del risultato abbiamo deciso di offrire il documentario al pubblico di tutto il mondo".

Come ricorda suo padre e la sua attività di pittore?

"Di mio padre posso dire che ha molto sofferto di non aver ottenuto il successo che credeva di meritare. Era conosciuto sia a livello nazionale sia internazionale, ma non ebbe mai grande successo. Ma ci sono tanti elementi che portano alla fama, si può essere bravi e grandi artisti ma non è detto che questo porti a un riconoscimento altrettanto grande. E poi ebbe la sventura di capitare nel momento del cambiamento; non entrò mai nella nuova scena artistica nuiorchese dei primi anni 60, cominciò prima e per questo fu considerato superato".

Nel documentario, dalla lettura dei diari emerge l'omosessualità di suo padre, che lui comprese del tutto dopo la sua nascita. Come ha vissuto questa situazione?".

"Lui non me lo ha mai detto, era di un'altra generazione e ha vissuto il suo conflitto in maniera molto privata e personale. Mia madre, dopo la separazione, ogni tanto faceva intendere qualcosa ma mai direttamente. L'ho scoperto così, ma ero già grande, tramite gli accenni di mia madre".

Quando suo padre è scomparso, per un cancro alla prostata, lei dice nel documentario non si occupo molto di lui. A posteriori avrebbe voluto assisterlo di più nella malattia?

"Al tempo ero molto impegnato ma comunque lo accompagnai spesso dal medico che però ci fece una bruttissima impressione la prima volta che lo visitò; fu molto brusco e duro e mio padre ne uscì terrorizzato nei confronti della malattia. Io lo costrinsi a curarsi ma forse non abbastanza...".

Il fatto di provenire da una famiglia di artisti, anche sua madre era pittrice, l'ha aiutata a scegliere la carriera di attore?

"Certamente. A New York vengono in molti alla ricerca di un'opportunità artistica. Provengono da tutte le classi sociali e arrivano per cercare di entrare nel campo artistico. Questo passaggio, il trasferimento a New York, per me lo hanno fatto loro, una generazione prima e dunque per me è stato più facile. Non mi hanno mai detto nulla in proposito e forse era per me veramente la carriera più facile da intraprendere".

Ha mai avuto la sensazione che suo padre fosse invidioso del suo successo come attore?"

"No. Sono stato fortunato e lui lo sapeva. Non ho mai avuto la sensazione di essere colpevole per il mio successo. Lui era orgoglioso di me anche se non me lo ha mai detto direttamente".

Robert De Niro, sempre disponibilissimo e puntuale ha incontrato anche il pubblico di Roma al Maxxi dove la Fondazione Cinema per Roma ha organizzato gli eventi di presentazione. Il documentario sarà visibile in tv e andrà in onda il 28 dicembre prossimo sui canali di Sky Arte.

17/11/2014, 17:05

Stefano Amadio