Ottimi risultati per la VII edizione de
Lo Schermo dell'Arte Film Festival
Ieri si è chiusa la
VII edizione dello Schermo dell'Arte Film Festival: internazionalità, attenzione alle giovani generazioni, proposte spettacolari e momenti di approfondimento hanno animato questo progetto originale e unico nel panorama dell’arte contemporanea e del cinema.
Un programma seguito da un pubblico in costante crescita formato soprattutto da giovani, che nei cinque giorni ha raggiunto le 5.000 presenze, strutturato in film d'artista e documentari, lectures e incontri, workshop, residenze, progetti rivolti ad artisti emergenti, e che ha coinvolto numerosi ospiti e istituzioni internazionali.
Ancora visibile al Palazzo dell'Arte dei Giudici e Notai, fino al 12 dicembre, l'opera site-specific di Jean-Baptiste Maitre, realizzata nell’ambito del VISIO-Residency Program
Tra i momenti maggiormente seguiti il
Focus On dedicato a
Hito Steyerl, artista che rappresenterà la Germania alla prossima Biennale veneziana, protagonista di una lecture dal titolo “
The Secret Museum”, appositamente realizzata per il Festival, in cui ha affrontato il tema dell’identità del museo di arte contemporanea nella società globalizzata e dei suoi ambigui rapporti con il mercato; la conversazione tra
Martin Bethenod, direttore di Palazzo Grassi-Punta della Dogana-Pinault Collection, e
Philippe-Alain Michaud, curatore e direttore del Dipartimento di cinema sperimentale del Musée National d'Art Moderne Centre Pompidou, che hanno parlato delle molteplici implicazioni che sottendono all’uso delle moving images da parte degli artisti commentando tre opere video provenienti dalla Collezione Pinault (in collaborazione con Palazzo Grassi-Punta della Dogana-Pinault Collection e Gucci Museo); l’incontro con l’architetto Joseph Grima, direttore artistico del progetto vincitore per Matera 2019 European Capital of Culture che insieme a Giacomo Pirazzoli, in un incontro svoltosi alle Murate. Progetti Arte Contemporanea, ha parlato della sua ricerca video 99 Dom-ino (realizzata con il collettivo Space Caviar), e della necessità di una riformulazione critica del paesaggio italiano in senso antropologico e sociale; la presentazione di “
Naissance d'un Musée, Le Louvre Lens” di
Alain Fleischer all’Institut français dove, nell’arco di una mattinata, il regista è intervenuto commentando, in conversazione con Isabelle Mallez, i tre capitoli del suo straordinario film sulla nascita del nuovo Louvre, nella regione del Pas de Calais.
Ma anche "
Watermark", progetto cinematografico sull'acqua che ha affascinato il pubblico grazie al montaggio, che procede per accostamenti simbolici imprevedibili senza rinunciare alla spettacolarità, i documentari su
Ulay,
Ai Weiwei e
Ilya Kabakov, il film dell'artista e ospite del festival
Phillip Warnell "
Ming of Harlem: Twenty One Storeys in the Air", che analizza il rapporto tra uomo e animale ispirandosi ad una storia vera, o "
The Competition", introdotto dal regista
Angel Borrego Cubero, che ha svelato gli aspetti nascosti dei concorsi di architettura, indagando quello per il Museo di Andorra a cui hanno partecipato 5 archistar e che infine non è stato realizzato.
VISIO-European Workshop on Artists' Moving Images, a cura di
Leonardo Bigazzi, giunto alla sua III edizione, ha confermato l’importanza di allargare l’offerta del Festival a momenti di confronto tra giovani creativi e professionisti che lavorano con le moving images. I 12 artisti under 35 che sono stati selezionati hanno mostrato i loro lavori nel
VISIO Screening Program che si è tenuto a Villa Romana nell’arco del Festival: Francesco Bertocco (Italia, 1983), Laure Cottin Stefanelli (Francia, 1985), Helen Dowling (Gran Bretagna, 1982), Jacob Dwyer (Gran Bretagna, 1988), Giovanni Giaretta (Italia, 1983), Luis Henderson (Gran Bretagna, 1983), Diego Marcon (Italia, 1985), Anna Okrasko (Polonia, 1981), Giacomo Raffaelli (Italia, 1988), Erica Scourti (Grecia, 1980), Rizki Resa Utama (Indonesia, 1982), Emma Van der Put (Olanda, 1988).
Risultato evidente della crescita del progetto del workshop è la nascita in questa VII edizione del Festival, del primo progetto di residenza per un giovane artista, il
VISIO Residency Program. L'opera site-specific è stata realizzata da Jean-Baptiste Maitre Program per il Palazzo dell’Arte dei Giudici e Notai. L'artista francese si è ispirato agli affreschi del XIV secolo del Palazzo e in particolare a quello che occupa la volta centrale, per realizzare una serie di dipinti con una struttura basata sulle loro immagini impresse sulla pellicola fotografica, che sono state poi filmate e tradotte in un video (visibile fino al 12 dicembre).
Inoltre è stato presentato in prima assoluta il film vincitore della IV edizione del
Premio Lo schermo dell’arte Film Festival 2013 "
The Mesh and the Circle", degli artisti portoghesi
Mariana Caló e
Francisco Queimadela, testimonianze visive di differenti mestieri, gesti, attività e abilità quotidiane del Portogallo, montate in un gioco di scambio tra forme magiche, piacevolezza, geometrie, simbolismi e lavoro.
17/11/2014, 17:49