Il diario di lavorazione di "Maldarno"
Il film nasce da un’idea di Duccio Ricciardelli legata a raccontare i Renaioli.
Da un' impostazione iniziale di documentario socio - antropologico, focalizzato sul
gruppo degli anziani Renaioli, concentrati nella parte Sud della città, in una zona
lontana dal centro e forse anche rimasta immobile nel tempo, con l'apporto registico e stilistico di Tayu Vlietstra, siamo andati verso un affresco più ampio ed eterogeneo del fiume, intraprendendo un vero e proprio viaggio dentro le generazioni e le età delle persone che abitano e vivono vicino all'Arno. Prezioso è stato il supporto del prof. Paolo Baldeschi per l’approfondimento storico iconografico. Le riprese sono state caratterizzate proprio da questa dinamicità del viaggio che abbiamo fatto lungo il fiume.
Per noi cittadini, persone che non hanno mai vissuto il fiume nella propia quotidianità, il girare questo film è stata un'esperienza fondamentale e profondamente emozionante.
Non c'è stata una vera e propia pianificazione delle riprese e dei personaggi da
intervistare, in qualche modo abbiamo incontrato tutta questa vita che si vede nel film in maniera spontanea e naturale, semplicemente "stando" in quel mood tra il sognante e il melanconico che si può ben riassumere nel titolo "Maldarno". Avevamo intenzione di conoscere il nostro fiume più da vicino, lo abbiamo fatto con il linguaggio che ci caratterizza, il documentario. Poi abbiamo visto che la barca e la mongolfiera sarebbero stati i nostri mezzi ideali per ottenere il "Maldarno". E ora ce l'abbiamo dentro di noi.
Un pensiero fisso che ci prende dalla mattina alla sera. Non se ne va, oramai il nostro sguardo sul fiume non è più lo stesso.
Tayu Vlietstra e
Duccio Ricciardelli