TFF32 - "Rada", in attesa di ripartire
Anche i marinai invecchiano, e dopo una vita intera passata a bordo di grandi navi che li hanno portati in tutto il mondo (più volte, spesso) finiscono a terra, e non possono più imbarcarsi ("Trovami una nave che m'imbarca a 76 anni e io parto subito!", dice uno dei co-protagonisti):
"Rada" di Alessandro Abba Legnazzi racconta la vita dentro una casa di riposo per marinai, un luogo in cui i giorni a tratti sembrano scorrere come quando si era sul mare, ma che si scontra quotidianamente con la 'rigidità' della vita su terraferma.
Da subito, da quel bianco e nero che spegne il colore del mare e rende mono/tona la vita degli anziani marinai, si capisce che il racconto non sarà banale, non sarà stereotipato, non sarà 'qualunque': "Rada" è un esperimento curioso, un tentativo di progetto partecipato in cui il regista ha coinvolto i personaggi del suo documentario a dargli una mano re-interpretando il luogo in cui si trovano costretti a vivere, fingendo (fino a che punto, poi, non si capisce) di trovarsi su una barca in rada, per l'appunto, e cioè ferma in una zona di costa, facilmente un porto, in attesa di ripartire.
In che direzione possa ripartire la loro vita non è chiaro, ma aver la sensazione di poterlo fare - anche i più anziani del gruppo dimostrano una (forse) ritrovata gioia di vivere - cambia tutto, e si torna giovani tra un'abitudine che fatica a sparire e i ricordi che tornano sempre più vivi alla mente. Settanta minuti nelle vite di un equipaggio decisamente 'esperto' e variegato, un breve viaggio da fermi che fa venire voglia di riprendere presto il largo.
25/11/2014, 09:15
Carlo Griseri