TFF32 - "N-Capace", alla ricerca di sé
Protagonista di
N-capace è una figlia errante, dal nome
Anima in pena, che cerca risposte su se stessa interrogando gli altri, in un film che è documentario ma anche performance artistica ed espressione di sé.
Eleonora Danco - autrice e regista teatrale alla sua prima esperienza nel lungometraggio cinematografico - mette in scena una presa di coscienza della sua vita e dei suoi rapporti familiari attingendo dalla forza della sincerità altrui: in una carrellata di interviste a giovani e anziani, riesce a penetrare nelle loro vite con forza, grazia e attenzione, svelando dettagli intimi, a volte dolorosi, altre volte lievi, in alcuni casi comici, sempre veraci.
Ma la marionettista svela i fili davanti alla telecamera: dietro alle inaspettate familiarità ed empatia che traspaiono nei rapporti tra intervistati e intervistatrice c'è il lavoro della performer teatrale (e di quello della Danco in particolare), che coinvolge sia i giovani sia gli anziani in esercizi per favorire il contatto con il proprio corpo e l'estrema libertà di espressione; si va allora dalle donne seppellite sotto le foglie ai giovani che rotolano per terra vestiti da antichi greci o corrono per il bosco, tutti ripresi in scene tangenti la video arte sotto una luce povera di colore ma densa di profondità e nitidezza.
In uno dei diversi piani di espressione del film (esercitazioni, quadri viventi, interviste, autoanalisi, performance) la regista si mette in scena come corpo estraneo che nel mondo (dopo un dolore? durante una crisi?) continua a vivere la propria esistenza lontana dalla realtà (distesa o seduta su un letto che trova spazio e luogo ovunque per strada) oppure come elemento di rottura, che a questa realtà si ribella (picconatrice di centri commerciali e cemento opprimente). Quando domanda al padre particolari sulla relazione con la madre che non c'è più ma che la perseguita nei suoi pensieri, nella memoria, unico punto fermo, si intende che forse è il superamento di questo ricordo la base da cui partire.
Incapace è chi non è in grado di accettarsi e di comunicarsi agli altri, e la palestra di Eleonora Danco vuole individuare, raggiungere e fare tesoro del barlume di sincerità che manca.
24/11/2014, 08:30
Sara Galignano