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NEVE - Una caccia pericolosa


Dall'11 dicembre al cinema il noir di Stefano Incerti ambientato in Abruzzo. Prodotto con Dario Formisano e distribuito da Microcinema. CONF. STAMPA


NEVE - Una caccia pericolosa
Esther Elisha in "Neve" di Stefano Incerti
È la neve la protagonista del film di Stefano Incerti? Forse no, nel senso che la storia avrebbe avuto lo stesso, ai Caraibi, il suo svolgimento, ma comunque il bianco aiuta a isolare e ovattare un'atmosfera da noir, ambientata sull'Altipiano delle Rocche, in Abruzzo, tra Ovindoli, Rovere, Rocca di Mezzo e Rocca di Cambio. Una zona molto affascinante ma che purtroppo con la neve perde gran parte della sua forza estetica, confondendosi con qualsiasi altra zona imbiancata d'Italia.

Il film racconta una storia credibile che però per crescere si alimenta di azioni ed eventi poco probabili, dimenticanze e leggerezze che in una situazione del genere anche il più sprovveduto personaggio non commetterebbe.
Stefano Incerti e Patrick Fogli, autori della sceneggiatura, aprono molte porte senza stare troppo a badare alla loro chiusura e lasciando dei sospesi che sono troppo difficili da prendere per sottintesi; la sensazione è che alcune scene siano perlomeno superflue (la parrucchiera, la pistola, la madre). Ma forse il significato è comprensibile così a posteriori che rischia di palesarsi dopo la fine del film.

I personaggi ci sono, ma anche qui manca il giusto equilibrio tra evidenza e mistero, rendendo almeno i due principali, interpretati da Roberto De Francesco e Esther Elisha, alle volte incomprensibili per la troppa voglia di "non dire".

Roberto De Francesco è l'attore teatrale che pensa "mo ve lo faccio vedere io a voi del cinema" e alle volte ci riesce, specie nel parlato. Alle volte meno, esagerando azioni e gesti, come si fa nelle esercitazioni d'accademia, con il risultato di apparire enfatico ed eccessivo.
Esther Elisha è come sempre bellissima e a suo agio in questi ruoli pericolosi tra periferia e provincia, una via di mezzo tra la prostituta Suad di "La-bàs" e la Lidia di "Nottetempo", confinata in una zona così inadatta a lei.
Massimiliano Gallo va sul sicuro con un balordo napoletano senza eccessi, mentre per Antonella Attili un'apparizione lodevole quanto superflua ai fini della storia. Angela Pagano è la madre, anche lei molto teatrale ma aiutata dalla staticità della situazione.

"Neve" è un film a basso costo ed è apprezzabile come risultato dell'esigenza di fare cinema fuori dai biblici tempi e modi italiani. Quello che manca, anche qui, è un maggiore sforzo di scrittura e riscrittura (per la ricerca di un finale?), di valutazione della sceneggiatura con occhi esterni, capaci di fare domande anche imbarazzanti ma che, se lasciate senza risposta, andranno a segnare il gradimento dello spettatore.

29/11/2014, 10:06

Stefano Amadio