Note di regia di "El Roure, una scuola viva"
È possibile una scuola diversa da quella fatta di aule grigie, disciplina,voti sul registro e nozioni inculcate a memoria che la maggior parte di noi ha conosciuto?
Ed è possibile immaginare una società diversa da quella attuale senza ridiscutere il modello di educazione che ne è alla base? La ricerca di una risposta a queste mie domande mi portò circa tre anni fa a spingermi fino alle verdi colline circondate dai boschi del Penedès, in Catalogna, per bussare alla porta de El Roure, la Quercia. Dietro quella porta mi si aprì un mondo nuovo, inimmaginato, e dentro di me si accese da subito un fortissimo desiderio di conoscerlo e di provare a raccontarlo.
Fu così che mi ritrovai immerso nella quotidianeità di una scuola molto diversa da quella convenzionale, basata sull'educazione libera o pedagogia attiva, ma soprattutto capace di travalicare qualsiasi definizione si provi a darne ed al tempo stesso di ribaltare molte delle convinzioni che ci portiamo dietro rispetto al concetto di educazione. Una scuola in cui non ci sono banchi su cui stare seduti e composti, né registri su cui mettere note ed annotare i voti. Lo spazio che accoglie i bambini è strutturato in maniera aperta, senza barriere né suddivisioni per classi, e permette lo svolgersi di ogni tipo di attività, da quelle cognitive a quelle manuali e psicomotorie. Le giornate non seguono un andamento ed un programma predefinito, ma piuttosto quella che Paco, uno degli educatori, ama chiamare "la danza della realtà".
Più andavo avanti nel mio lavoro e nella scoperta di quel mondo così unico però, più mi rendevo conto che non avrei mai potuto raccontarlo in maniera estemporanea, e che solo tornando di anno in anno,seguendo un percorso parallelo tra la crescita dei bambini ed una mia crescita personale, avrei avuto qualche possibilità. E così, nell'arco di questi tre anni, sono tornato più volte a percorrere il sentiero che porta alla Quercia, ed ogni volta più che delle risposte ho trovato delle nuove domande da farmi e da farci. Ma soprattutto ho trovato il mio posto in una comunità che ridisegnando il modo di concepire l'educazione si ritrova in realtà coinvolta in un percorso più ampio,che porta a ridiscutere e a riscoprire il senso stesso della vita e dello stare al mondo.
Antonio Laforgia