Festival del Cinema Città di Spello e dei Borghi Umbri
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NON C'È DUE SENZA TE - Se bastasse Belen...


Una coppia gay entra in crisi. E tutti si muovono per cercare di risolvere la situazione. Il film di Massimo Cappelli, che torna alla regia dopo 9 anni, non riesce a fotografare il problema men che meno la realtà. Nel cast Fabio Troiano, anche sceneggiatore, Dino Abbrescia, Belen Rodriguez, Tosca D'Aquino, Giuseppe Antignati. Distribuito da M2Pictures sarà in sala da giovedì 5 febbraio.


NON C'È DUE SENZA TE - Se bastasse Belen...
Belen Rodriguez e Fabio Troiano
Belen non c'entra niente. Belen fa il suo, certo non è Meryl Streep, ma non sfigura davanti alla maggior parte delle attrici in attività in Italia. I problemi di "Non c'è due senza Te" sono altri.
A partire dalla sceneggiatura, di Massimo Cappelli e Fabio Troiano, che mette in fila una serie infinita di situazioni e personaggi improbabili, stereotipi e macchiette che viaggiano sempre sopra le righe, senza una attimo di respiro, accompagnati dalla colonna sonora martellante.

I gay, attenti al design e immancabilmente in giacca rosa e pantaloni leopardati, sono sempre istericamente sovraeccitati, assaliti in ogni momento da pensieri banali e voglie indicibili, pronti a fare outing o a cambiare gusti come banderuole al vento. Non sono omosessuali, sono l'idea grottesca e macchiettistica che si vuole dare di loro a coloro che si crede siano il pubblico italiano delle commedie.

Il regista, Massimo Cappelli, ci informa che, su argomenti quali coppie di fatto, adozione da parte di coppie gay e matrimoni tra omosessuali, il cinema italiano è in ritardo e sente doveroso affrontare questi temi al fine di poterci poi ragionare sopra. Il tutto, prosegue Cappelli, filtrato attraverso le lenti della commedia, perché non solo si può ridere di questi argomenti, dice, ma si deve. Si deve recuperare la capacità di raccontare con la risata i fatti salienti della crescita culturale del paese, continua il regista, prerogativa che abbiamo smarrito del nostro cinema; un esempio per tutti "Divorzio all'italiana".

Purtroppo non l'abbiamo ritrovata neanche con "Non c'è due senza Te", che sembra realizzato ben prima dell'avvento della Commedia Italiana ("I Soliti ignoti" come punto di partenza), somigliando più ai film comici di Macario o ai primi Totò (magari...) dove la fotografia della società contemporanea era molto sfocata e i personaggi del quotidiano erano sostituiti con delle macchiette.

In un film ambientato a Torino, città con quasi un milione di abitanti, casualmente tutti i personaggi frequentano e si incontrano nello stesso ristorante, nella stessa scuola, nello stesso negozio di abbigliamento e nello stesso teatro dove, alla fine, avviene il redde rationem, con il gruppo gay che trionfa, sulle note di "Never can say goodye" versione Gloria Gaynor, sui vecchi bacchettoni.

Onestamente ognuno ha la propria visione del problema e cerca di raccontarla con gli strumenti che ha a disposizione. Quello che viene da chiedersi, come detto esclusa Belen Rodriguez, è come mai il ministero abbia deciso di finanziare la produzione di un film del genere (200.000 euro), che solo sulla carta affronta temi d'attualità ma in realtà si piega sui supposti gusti di un pubblico molto commerciale. Sembra evidente che la lettura delle sceneggiature sia ancora un problema irrisolto per le commissioni del Mibac che decidono i finanziamenti.

28/01/2015, 15:00

Stefano Amadio