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"Il più grande successo dell'Euro" a Torino martedì 10 febbraio



Il più Grande Successo dell'Euro
Quanto mai di attualità in questo periodo storico, arriva a Torino il documentario "Il più grande successo dell'euro" di Matteo Nigro e Francesca Cangiotti.

Martedì 10 febbraio a Torino, alle 21,30 nello storico Cinema Romano alla Galleria Subalpina, sarà proiettato il documentario "Il più grande successo dell'euro", con ingresso libero.
L'iniziativa è di Lorenzo Ventavoli, figura di spicco della cultura torinese e nazionale, che ha deciso di ospitare nel suo cinema il documentario che per la prima volta porta sul grande schermo la crisi dell'euro, e lo fa a partire da un reportage in Grecia. Al Romano, dopo il film, discuteranno del tema i due registi Matteo Nigro e Francesca Cangiotti, l'ex ministro e banchiere Nerio Nesi, attuale presidente della Fondazione Cavour, l'economista Guido Ortona e il filosofo Diego Fusaro, moderati dal giornalista Massimo Bongiorno.

A definire la crisi economica della Grecia "il grande successo dell'euro" fu Mario Monti nel 2011. Il film riprende nel titolo l'affermazione montiana, che agli autori appare decisamente contraddittoria, e cerca di venirne a capo. Nelle immagini da Atene, la gente angosciata racconta del crollo sotto i livelli minimi di benessere che ha colpito milioni di persone.

Testimonianze che si intrecciano alla lettura della crisi fornita da studiosi come Alberto Bagnai, Vladimiro Giacché e dal greco Panagiotis Grigoriou. All'ombra dell'euro - spiegano - sono cresciuti grandi squilibri che hanno colpito gli stati più deboli: i dati parlano chiaro e persino fonti della Banca Centrale Europea, citate nel documentario, lo ammettono.
Uno scenario che incombe sull'Italia? Anche da noi qualcuno invoca l'intervento della "troika" un nome sinistro per i greci, che ora Tsipras cerca di allontanare.
Tra i responsabili di piani a dir poco disastrosi, nel documentario spunta il nome di Juncker, fino a poco tempo fa ignoto ai più e oggi Presidente della Commissione Europea.

I due registi genovesi hanno potuto contare sul contributo organizzativo di molti altri, tutti volontari e uniti dalla preoccupazione per una crisi economica senza precedenti dal dopoguerra.

05/02/2015, 11:31