A Milano un omaggio a Otar Iosseliani
Dal 3 al 18 marzo 2015 presso il MIC - Museo Interattivo del Cinema, Fondazione Cineteca Italiana presenta un
omaggio a Otar Iosseliani, una rassegna che propone sette film del grande regista, sceneggiatore e montatore georgiano che ha ricevuto il Pardo d’Oro alla Carriera al 66° Festival di Locarno (2013).
I film di
Otar Iosseliani sono stati più volte vietati nell’URSS a causa della censura. Questo lo spinse, nel 1982, ad emigrare in Francia. La sua cinematografia è caratterizzata da un acuto senso dell'umorismo, una lieve malinconia e dialoghi ridotti all’osso.
In programma i suoi film più significativi, tutti vincitori di premi a festival internazionali. Tre di questi hanno infatti vinto il Gran Premio della Giuria alla Mostra Internazionale d’Arte cinematografica di Venezia: "
Un incendio visto da lontano" (1989), un’opera fatta di una scrittura fredda e rigorosa, ravvivata da invenzioni di garbato umorismo e ironia; "
I favoriti della luna" (1984) che non presenta un vero e proprio soggetto, nè un intrigo e neppure autentici personaggi, piuttosto caratteri e figurine che si incontrano, si sfiorano, si lasciano e ritrovano in un carosello incessante e "
Briganti, briganti" (1996), ambientato in Georgia, terra di origine del regista, una commedia amara e sarcastica sull'uso distorto e violento del potere nel corso della storia. In calendario, poi, la pellicola vincitrice dell’Orso d’Argento alla regia al Festival di Berlino nel 2002, "
Lunedì mattina", una storia semplice senza esibizionismi né voglia di stupire, ma ricca di poesia, humour e pacato pessimismo, popolata di personaggi incantevoli e indimenticabili; "
Caccia alle farfalle" che sebbene non abbia vinto alcun premio, è un film stupendo che sta a metà strada fra lo stile di Jacques Tati e quello di Luis Buñuel, una storia poetica con un tocco di ironia che vanta le bellissime interpretazioni delle due attrici protagoniste; "
C’era una volta un merlo canterino", storia di un musicista simpatico ma disadattato, particolarmente attratto dalle belle ragazze e sempre in ritardo nell’esecuzione delle partiture sconclusionato, fantasioso e creativo e infine il documentario "
Un piccolo monastero in Toscana", che ruota intorno alla vita di cinque monaci agostiniani del monastero di Castelnuovo dell'Abate, a Montalcino, un’opera in grado di trasmettere allo spettatore il senso antropologico e sociologico dell’ambiente umano raccontato dal film.
21/02/2015, 09:16