LE LEGGI DEL DESIDERIO - Se vuoi puoi ottenere tutto
Oltre a non essere percepibile alcun talento, nel nuovo film di
Silvio Muccino, è difficile trovare anche qualche traccia di capacità cinematografica.
A cominciare dalla sceneggiatura si percepisce una considerazione di sé esagerata che non ha riscontro nella scrittura, con il filo della storia che spesso si perde dietro alle storie minori e spesso rimane attorcigliato sulla figura del protagonista, lo stesso
Silvio Muccino, e sulle sue prevedibili e lentissime vicende. Non serve la psicologia spicciola per impressionare lo spettatore e farlo immedesimare nel suo personaggio, quello del "guaritore", né negli altri insoddisfatti poveri cristi.
Riflettendoci, durante la visione, si capisce che non ci importa veramente nulla di come andranno a finire le loro vite, tranne forse quella di Ernesto, un
Maurizio Mattioli, alle prese con una società che lo rifiuta per l'età e una situazione casalinga ai limiti della tragedia. Ma, oltre al personaggio probabile, qui è Mattioli che ci mette il suo talento, strappando qualche risata e molti sorrisi amari.
Silvio Muccino, nei panni di Giovanni Canton, motivatore e idolo degli sfigati, ha davvero bisogno di qualche anno di accademia per lavorare sulla pronuncia e sui finali di battuta, sempre troppo forzati. La scrittura dei dialoghi non lo aiuta, certo, ma avendoli scritti lui poteva almeno leggerli prima a voce alta.
Nicole Grimaudo, tra smorfie e sorrisetti insicuri, di rado è credibile nei panni della vittima sfigata, quando poi bastano un vestito attillato e un po' di trucco per trasformarla in una super figa capace di tenere testa al suo poco simpatico uomo. Il personaggio di
Carla Signoris ha una svolta talmente brusca e improbabile da essere giustificabile solo grazie al massiccio uso di superalcolici; siamo tutti capaci, anche senza i preziosi consigli del motivatore, a prendere coraggio e cambiar vita e pettinatura dopo una bottiglia di whisky.
Il resto del cast passa inosservato tra esagerazioni (il padre di lui, interpretato da
Carlo Valli) e trasparenze, mentre la misura di
Paola Tiziana Cruciani dona al suo personaggio (la moglie di Ernesto) una piacevole credibilità.
La regia di
Silvio Muccino è confusa come le "fresche" immagini girate con la macchina a mano, le "giovani" panoramiche rapide, e i "moderni" primi piani che entrano nel personaggio. Ed è anche il ritmo a perdersi spesso malgrado la colonna sonora e le insistenti cover di pezzi famosi accompagnino le scene senza soluzione.
Da "
Le leggi del Desiderio" ci si aspettava almeno un interessante delirio di onnipotenza del giovane Muccino, con il film cucito sulla sua figura di santone e salvatore. Invece risulta così prevedibile, sfilacciato e senza un percorso definito che l'unico desiderio è quello di poter vedere il sipario calare.
20/02/2015, 09:00
Stefano Amadio