FCE LECCE 16 - MILENA VUKOTIC protagonista dell'anno
Un riconoscimento per un'attrice importante per il nostro cinema, una cassaforte di ricordi ed esperienze cominciate in Francia con la carriera nella danza e proseguite in Italia tra cinema, teatro e televisione.
"Ho avuto la fortuna di aver potuto studiare e vivere con persone che mi hanno formato prima attraverso la danza, che e stata la mia professione iniziale; poi ho studiato teatro a Parigi e dopo aver visto "
La Strada" di
Fellini decisi di tornare a roma dove sono nata e provare a fare cinema -
dice l'attrice. Quando mi vide
Renato Castellani mi consigliò di cambiare strada, perché non ero ne bella come la Loren o la Lollobrigida né intensa come la Magnani. Ma poi, dopo anni, nel 1970, mi chiamo per fare la Contessa Mattei nella "Vita di Giuseppe Verdi" e fu una bella soddisfazione".
E con Fellini e Giulietta Masina come fu il rapporto?
"Con Fellini e stato un grande privilegio lavorare ed essere in comunicazione. Ho fatto tre dei sui film e diventammo per così dire amici; io gli chiedevo consigli e Giulietta mi portava in proiezione di nascosto a vedere "
Giulietta degli Spiriti". Qualsiasi cosa io facessi gliela dicevo e quando mi chiamò Bunuel lo dissi a Federico; lui era felicissimo, mi disse di salutarglielo e di dirgli che lo aspettava a Roma e mi chiese quanti anni avesse. A Parigi, saluto Bunuel da parte di Fellini, e anche lui mi chiese l'eta di Federico... volevano entrambi farsi un'idea dell'età dell'altro...
Una bella amicizia con loro, è stato anche quello un grande premio per la mia vita".
Il cinema italiano dunque come passione iniziale, come lo vede ora?.
Il cinema italiano, nonostante quello che si dice e ancora un grande cinema. Credo che bisogna dare più possibilità a chi deve emergere ed è spiacevole assistere a questa autocritica e denigrazione continua dell'arte italiana...
Al Festival di Lecce Protagonista del Cinema Italiano con un incontro e una retrospettiva di 6 film
"È un'emozione grandissima! Vengo a Lecce per la prima volta per questo riconoscimento alla carriera per il cinema che io amo più di tutto. Sono molto grata perché è l'insieme di tanti premi".
Tanti ruoli diversi in film dal taglio differente ma è sempre stata descritta come persona elegante e raffinata
"È difficile riconoscersi nelle descrizioni altrui ma fanno piacere e finirò per crederci. Ho cominciato con la danza perché ero magrissima; è stata un'esperienza molto importante perché mi ha dato il senso di disciplina e la consapevolezza che ho portato al cinema che è la cosa che io amo di più".
Cinema impegnato ma grande fama arrivata grazie a Pina la moglie di Fantozzi
"Sì, fama dovuta ai Fantozzi con Paolo Villaggio... sono entrata al terzo film della serie sostituendo Liù Bosisio. Fantozzi mi ha dato la possibilità di fare altre cose. È il bello del nostro lavoro, potersi cambiare, cercare nuove parti e cercare dentro nuovi stimoli per una continua ricerca di trasformazione. Paolo mi disse "devi essere brutta! pensa che siamo dei cartoni animati".
Ma anche commedia italiana vera, quella di Monicelli ad esempio
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Amici Miei" è stata una bellissima avventura con
Mario Monicelli; il personaggio era un po' schematizzato, la moglie patetica, bruttina, all'insegna della modestia, ma devo dire che se non fosse per lo schema, questi personaggi mi piacerebbero molto. Monicelli aveva una personalità scontrosa e contemporaneamente un senso sottile dell'umorismo che veniva fuori tutto nei suoi film. Non ho avuto grandi rapporti con lui, c'era una distanza che mi incuteva rispetto ma anche attrazione per la sua personalità nascosta".
Per il cinema ha girato il film su Pasolini con Massimo Ranieri per la regia di David Grieco, presto in sala
"Sì, nel film "
La Macchinazione" di
David Grieco faccio la madre di
Pierpaolo Pasolini, un personaggio che era nel mio destino perché parecchi anni fa incontrai in un ristorante
Sergio Citti che mi si avvicinò e mi disse che avrebbe fatto un film su Piepaolo e che mi avrebbe voluto nella parte della madre. Il suo film non si fece ma poi il ruolo mi è comunque ritornato. Devo dire che è stato facile entrare nel personaggio perché anche io avevo un rapporto simile con mia madre e in lei ho ritrovato il carattere della mamma di Pasolini e devo aggiungere che nel film Massimo Ranieri è veramente uguale a lui".
17/04/2015, 17:18
Stefano Amadio