TGLFF30 - L'Italia al Festival
In questo periodo storico, cimentarsi in un cinema che affronti le tematiche LGBT in Italia è meno complicato rispetto a trent'anni fa. Qualcosa è cambiato, se ci si chiede perché altri Paesi hanno maggiore libertà culturale, è spontaneo cercare una risposta nella politica e nelle leggi a favore delle persone LGBT adottate negli ultimi anni.
L'esperienza di trent'anni di Festival del cinema sono sufficienti per sostenere questo. Tuttavia, mi domando per quale motivo raccontare la vita delle persone LGBT a cinema non sia così semplice da noi. Forse è necessaria anche una "militanza". Penso anche che possa essere un problema di scrittura delle storie; spesso la trappola del cliché colpisce gli stessi registi omosessuali. È buon esempio un "piccolo" film,
Il rosa nudo di Jo Coda, che partendo da Torino (edizione 28), sta inanellando festival e premi in giro per il mondo, ma è ignorato dalla distribuzione e dalla stampa del nostro Paese.
Vedremo le ultime produzioni, quasi tutte autoprodotte, al 30° Torino Gay & Lesbian Film Festival, con autori già affermati come il quasi veterano Roberto Cuzzillo, che porta due nuovi lavori, il corto
Polaroid e il lungo
Non si accettano sogni dagli sconosciuti. Per la prima volta al festival ci saranno i Manetti Bros con il documentario
Palermo Pride, che parte dal Pride di Palermo 2013 e mostra un pezzo della vita gay palermitana. Andrea Adriatico con
Torri, checche e tortellini racconta lo storico Cassero di Bologna. Chiara Tarfano e Ilaria Luperini ci portano un corto/doc,
FUORI, con la giovane e coraggiosa giocatrice di hockey Nicole Bonamino, prima sportiva italiana professionista a fare coming out.
Altro giovane autore in passato al festival è Giuseppe Carleo, che torna con il suo nuovo lavoro
Officium, così come Sirka Capone con il divertente
Stella di mare. Tra i giovani esordienti, tre corti,
Lazzaro vieni fuori (in concorso) e
La collana di Lorenzo Caproni, e
Il manichino di Renato Muro, prodotti dal Centro Sperimentale di Cinematografia.
Due giovani salentini all'esordio si affacciano al nostro festival: Claudia Mollese con il suo
Amara, su una trans, Mara, che con la sua "scandalosa vita" poco ha dato alla "comunità"; e il corto
Il tuffo di Toni Pichierri. Daniele Sartori con il suo
Contatto forzato approda a Torino per la prima volta. Massimo Latini in
Tutti Fuori! ci racconta del coming out di alcuni "storici" del Movimento e giovani di oggi; al primo lavoro cinematografico anche Alessandro Sena e Alessandro Massara con
Tanaliberatutti, Anna Romano per
Nell'immensità e Claudio Del Signore con
Drag King, il sogno di Julia.
Giovanni Minerba29/04/2015, 09:00