CANNES 68 - UCR e la scoperta dei talenti emergenti
Lo scorso anno il Premio “UCR” era andato al regista ungherese
Kornel Mundruczo per "
White God", fiaba canina impressionante. Quest’anno nel programma 18 lungometraggi provenienti da Giappone, India, Romania, Corea, Francia, Tailandia, Filippine, Islanda e Italia. Nel programma anche alcuni habitué del Concorso quale la regista giapponese
Naomi Kawase (Caméra d’or nel 1997 e Grand Prix nel 2007), il tailandese Apichat pong Weera se tha kul (Palma d’or nel 2010) e il filippino
Brillante Mendoza premio per la sceneggiatura nel 2009.
Novità assoluta nella carta topografica delle nazioni presenti a Cannes e in competizione in Un Certain Regard, per la prima volta, c’è un regista etiopico,
Yared Zeleke, con "
Lamb" (Agnello). Il film narra la storia del pastorello Ephraim che vive per le sue pecore nel ricordo di sua madre.
Presiede la giuria di questa importante sezione Isabella Rossellini splendida figlia di
Ingrid Bergman e Roberto Rossellini. Isabella, che ha lo stesso luminoso sorriso della madre (quest’anno riuscita icona del manifesto della 68ma edizione) ha iniziato la sua carriera come giornalista, diventando successivamente attrice e regista.
A Cannes ha tra l’altro detto: “Come presidente della giuria Un Certain Regard sono invitata a far ciò che più apprezzo nella vita: guardare dei film e scoprire dei talenti venuti dal mondo intero. Questa opportunità è per me un grande onore”
La selezione 2015 è stata inaugurata da "
An" della regista giapponese
Naomi Kawase. Le immagini della confezione e la vendita dei doraykis, piccoli pasticcini della tradizione giapponese, ripieni di An (canditi di fagioli rossi ) alle quali si aggiunge la storia della fragile, ma determinata settantenne Tokue, che prepara questa pasta in modo divino, presentate con grande sensibilità, poesia, partecipazione e ritmi che scandiscono il passar del tempo e le stagioni. Un lungometraggio evocativo, corale di spiccato impatto emotivo, comprensione e solidarietà. Tokue e il pasticcere Sentaro aprono i loro cuori per mostrare vecchie ferite. Un film al femminile nella migliore accezione della parola.
17/05/2015, 10:55
Martine Cristofoli