BRASIMONE - L’assurdo in riva al lago
È un documentario inusuale e suggestivo, "
Brasimone" di
Riccardo Paladino, che sceglie di raccontare i personaggi e la vita di un laghetto sull’Appennino vicino Bologna. All'apparenza potrebbe sembrare il solito documentario naturalistico dedicato all’osservazione della fauna e delle specie ittiche di un territorio turistico, ma non è assolutamente così.
Il regista è abilissimo a trovare ambientazioni e immaginari bizzarri per raccontare questo piccolo tranquillo specchio d’acqua immerso nel verde appenninico. Paladino sceglie di usare vari materiali di archivio delle vacanze del passato e dei momenti di tempo libero estivo; turisti, scenette familiari e paesaggi. I formati di ripresa si mescolano, Super 8, 8mm, Vhs, ma non siamo di fronte ad un idillio e ad un immersione nostalgica, sentiamo in tutte le scene un’ inquietudine profonda e pesante.
Se scaviamo bene tra le righe del film percepiamo che il sentimento dominante è quello del grottesco e dell’assurdo. I personaggi che popolano il documentario sono in balia di un ambiente che nella sua cartolinesca banalità, rende ancora più angosciante qualsiasi spiegazione o presa di posizione su ciò che l’uomo vede.
Su tutto domina l’orribile eco mostro del Centro Ricerche Brasimone ( ENEA ), classico esempio di non finito italiano intorno al quale tutte le attività del lago continuano a gravitare, incuranti della bruttezza estetica.
Le stagioni passano e la piccola Sharon, continua a guardare verso il centro del lago dove probabilmente si nasconde anche una specie mostro di Loch Ness, che un pittore della domenica sta cercando di ritrarre nella sua tela. Un bagnante, placidamente immerso nell’acqua, recita ad alta voce le poesie licenziose di Cecco Angiolieri, mentre le donne del paese, con calma e meditazione sono immerse nel rito del tortellino fatto a mano.
Il film di Paladino non ha una struttura narrativa tradizionale, segue un gruppo di personaggi che vivono intorno al Brasimone e che in qualche modo lo raccontano splendidamente, come un piccolo luogo della provincia italiana, pieno di suggestioni e di lunare quieto vivere. Il documentario funziona molto bene ed è scorrevole, mescolando sapientemente immagini di archivio a riprese di oggi, con salti continui tra l’immaginario e la storia, tra il reale della contemporaneità e il fantastico del quotidiano.
24/07/2015, 18:14
Duccio Ricciardelli