FRANCO PIAVOLI - A Castelluccio i doc e i film
A Castelluccio, presentata da lui stesso, in cartellone l'
opera omnia: 4 lungometraggi e i documentari; dal primo, "
Uccellanda", con cui ha esordito dietro la macchina da presa, appena ventenne, nel 1953.
Conseguita la laurea in legge, Piavoli, ha esercitato anche la professione di avvocato privilegiando, però, i set alle aule dei tribunali e così, alternando un’arringa a un ciak, firma altri 7 documentari.
L’approdo al lungometraggio, dopo una pausa quasi ventennale, arriva nel 1981 con "
Il pianeta azzurro" che, presentato alla Mostra del cinema di Venezia, viene celebrato come “un gioiello in grado di riscattare la languente scuola registica italiana, indicando nuove strade e un modo diverso di fare cinema” e vale a Piavoli, alla soglia dei 50 anni, il Nastro d’argento dei giornalisti cinematografici come miglior regista esordiente.
La lavorazione si era protratta per due anni, dopo che
Silvano Agosti, altro autore negletto dai circuiti commerciali e suo grande amico, gli aveva messo in mano una Arriflex e alcune migliaia di metri di pellicola stimolandolo a “fare un film”. Era il 1979. In totale libertà creativa e realizzativa, affiancato solo dalla moglie
Neria Poli, dallo stesso Agosti e qualche amico, Piavoli portò a compimento "
Il pianeta azzurro" per il quale
Tullio Kezich - uno dei nostri critici più autorevoli e più vivaci - invocò, ironicamente, una legge che obbligasse tutti gli italiani a vederlo.
Dal 1981, a scadenze quasi settennali, Piavoli firmerà "
Nostos - Il ritorno", "
Voci nel tempo" e "
Al primo soffio di vento".
L’opera di
Franco Piavoli sarà illustrata e commentata dal critico
Giacomo Martini e presentata da
Romano Milani,
Segretario generale del Sindacato Giornalisti Cinematografici che è tra i Soci fondatori dell’
Associazione Castello Manservisi.
Romano Milani 335 229123
01/08/2015, 16:49
La Redazione