LOCARNO 68 - Presentato "La Belle Saison" di Catherine Corsini
La belle saison, dovrebbe essere, secondo la sua regista Catherine Corsini, un omaggio alle femministe e ai loro movimenti protestatari negli anni settanta, ma in realtà non lo è. E unicamente la storia di un amore lesbico. Il femminismo della regista francese è all’acqua di rose e i movimenti protestatari sono filmati come goliardate.
Film lesbici o saffici, come si diceva una volta non sono rari. Quasi tutti difendono tesi femministe: l’emancipazione della donna, la libertà di amare chi si vuole senza differenza di sesso. Tra i tanti, senza parlare di
La vie d’Adèle di Abdellatif Kechiche, Palma d’Oro nel 2013, lungometraggio valido artisticamente, ma a parer mio sopravalutato, ricordiamo
Immacolata e Concetta di Salvatore Piscicelli Pardo d’Argento a Locarno nel 1979 e
Carol di Todd Haynes premio per l’interpretazione femminile 2015 a Cannes tratto dall’omonimo romanzo semiautobiografico di Patricia Highsmith (la giallista americana vissuta a Tegna-Ticino), hanno conosciuto la notorietà.
I motivi cinematografici e anche sociali ci sono in entrambi : Piscicelli portava allo schermo per la prima volta con realismo e forza drammatica la storia di un amore lesbico in un ambiente rurale molto tradizionalista e rinchiuso su stesso, Pomigliano d’Arco (Campania), dove la relazione amorosa fuori dagli schemi era una sfida mortale ad una società maschilista patriarcale. In
Carol Todd Haynes ha filmato in modo meticoloso e patinato la relazione amorosa tra due donne Therese, giovane commessa newyorkese e Carol esponente dell’alta società. Anche qua le regioni sono palesi: la differenza di età, di educazione e di ceto molto diverso.
In
La Belle Saison della regista francese Catherine Corsini, al suo sesto film, apparentemente non vi sono ragioni sociali per spiegare l’attrazione fatale e l’amore lesbico. L’ambiente rurale nel quale si svolge gran parte del film, nella “France profonde”, è come una tela di fondo decorativa sulla quale passano come ombre i personaggi secondari senza interagire con le vicende delle due giovani amanti: la “paysanne” Delphine e la parigina, docente di spagnolo, Carole.
Uno degli scopi del film può sembrare, ma forse non lo è, mostrare i corpi nudi delle due avvenenti attrici nei loro frequenti amplessi.
Cécile de France, famosa attrice belga, apprezzata in diversi ruoli cinematograficamente interessanti è a suo agio nel personaggio di amante lesbica. Molto di meno o per nulla, come lei stessa ha dichiarato, lo è
Izïa Higelin, cantante e attrice ''
Les scènes d'amour et de nu, je les ai vraiment mal vécues'' e ancora "
Catherine (Corsini) trouvait qu'on faisait un peu trop copines avec Cécile. Donc elle en a rajouté pas mal. Et honnêtement, ça m'a mis très mal à l'aise" (estratti dall’intervista a Izïa Higelin, Delphine in La Belle Saison).
Ambientato a Parigi nel 1971
La Belle Saison è un film non riuscito che ha poco da dire e che lascia indifferenti. Proiettato in Piazza Grande a Locarno in prima mondiale uscirà in Francia il 19 agosto.
07/08/2015, 17:07
Augusto Orsi