LOCARNO 68 - "Che disastro di ragazza", film per tutti i palati
Trainwreck, che alla lettera potrebbe essere tradotto 'disastro ferroviario' o 'carro attrezzi per treni', ma che in italiano si presenta come
Che disastro di ragazza, è una commedia satirico-romantica che una volta vista si dimentica ipso facto.
Se fossi spietato scriverei
Che disastro di film. E invece no! Il regista Judy Apptow, già produttore del demenziale "Le amiche della sposa" e regista di altre “delizie” del genere quali "The 40-year Old Virgin" e "This is 40", coadiuvato egregiamente per il “nonsense” da
Amy Schumer, che oltre ad essere la sceneggiatrice ne è anche la protagonista , sforna un piatto per tutti i palati, un prodotto estivo, fresco, ma non originale.
Trainwreck sfiora le cose della vita come un’ape un fiore con incosciente leggerezza, snaturandole e annullandole in un flusso di parole inutili. Dialoghi o monologhi che affrontano a ruota libera ogni sorta di argomenti sono indigesti e micidiali per una mente normale.
La paffutella e sorridente Amy, che porta sovente vestiti inconcepibili, giornalista di una rivista, non ben definibile, ma parte del filone gossip-glamour, ha apparentemente imparato una sola cosa dalla filosofia di vita di suo padre: il non essere monogama, che tradotto in soldoni vuol dire andare a letto con tutti.
Questo esercizio lo fa molto bene. Nel preludio della storia così detta seria, ma anche lacrimevole, in una antologia di immagini dinamiche e ben filmate sul piano tecnico, il lungometraggio illustra in modo esauriente, ma anche stucchevole il susseguirsi degli amplessi, in generale poco riusciti, della Party Girl.
Tra le sequenze degli incontri e scontri, diciamo d’amore, c’è anche il lavoro svolto in una redazione di rivista demenziale, con una capo redattrice che o è scema, oppure ci fa e altri colleghi pennellati nel loro aspetto intellettuale migliore: l’idiozia.
In questo affresco americano di persone un tantino svitate ma divertenti c’è anche la sorella saggia con marito e prole e in dolce attesa. Il padre, “maître à penser” della famiglia, che da fuori di testa in una casa per anziani, lascia la scena prematuramente per non aver assunto giornalmente i medicinali prescritti. La sua scomparsa da l’occasione al regista Apatow, per imbastire una deliziosa scena da funerale in puro stile hollywoodiano dove Amy, in chiave satirica, fa il panegirico del disastroso “pater familias” giustamente abbandonato dalla moglie.
In questa girandola di avvenimenti arriva poi il Principe Azzurro, un giovane dottore di medicina sportiva, un raddrizza-ossa di talento e conosciuta fama, dallo sguardo di Bambi. Su di lui, un vero luminare, le sue amicizie, le pompon girls sculettanti nei loro show di avanspettacolo, i giocatori di pallacanestro, la sceneggiatrice e il regista puntano la macchina da presa e creano la parte più travolgente ed esilarante del film a lieto fine.
Amy ormai cotta, per il suo Aaron Conners sembra passata, non si sa se definitivamente, alla monogomia.
Il film presentato in Piazza Grande a Locarno sarà nelle sale italiane dal 17 settembre. Esito a consigliarvene la visione. A me è piaciuto da morire! Dipende dai gusti !
08/08/2015, 17:37
Augusto Orsi