Note di regia del documentario "Stato Interessante"
Stato Interessante nasce da un’urgenza, la mia, quella di una donna che alla soglia dei quarant’anni e senza figli, si ritrova improvvisamente faccia a faccia con le sue scelte. È quel momento in cui i dubbi e le domande diventano pressanti e la paura di compiere un errore fatale ti spinge a muoverti, a cercare risposte. Ho sentito allora l’esigenza di confrontarmi con le mie coetanee, donne che come me si stavano dibattendo tra infinite contraddizioni e ambivalenze e che come me stavano cercando di venirne a capo in qualche modo. Quando ho iniziato a cercare donne disposte a partecipare al film, sapevo che non sarebbe stato facile. In fondo chiedevo di lasciarmi entrare in uno spazio segreto, quello spazio che si fatica a condividere anche con il proprio compagno, con la propria madre e spesso anche con sé stesse. Chiedevo di raccontare lo spaesamento, il momento di crisi, l’empasse, tutte cose che generalmente si preferisce tenere per sé, che ci fanno sentire scoperti, indifesi, incapaci di trovare le parole.
Sapevo che c’era bisogno di intimità, di confidenza. Mi sono rivolta alle amiche e poi alle amiche delle amiche e poi ancora, come infinite scatole cinesi, una dietro l’altra, tantissime si sono fatte avanti e sentendomi una di loro, sono uscite allo scoperto, a dimostrazione di quanto necessario fosse il bisogno di condividere questo momento di passaggio, difficile ma fondamentale per tante donne. Ne ho scelte cinque, ognuna alle prese con un percorso diverso in grado di rappresentare narrativamente un aspetto del tema. La difficoltà di sentirsi adulti, la scelta continuamente rimandata, il rifiuto dei modelli, la sensazione di perdere il centro della propria vita e quella di non essere all’altezza delle aspettative, il condizionamento della famiglia e quello del contesto sociale, il rapporto con il compagno sbagliato, la paura del futuro e molto altro ancora sono i temi che emergono dalle storyline delle protagoniste.
Un film documentario su un tema profondo e controverso come il desiderio/non desiderio di maternità, che si muove su un terreno tanto impervio quanto vitale. Vitale come la necessità, comune a tutti, di cercare un senso per sé, di autodeterminarsi, di riconoscersi nel proprio percorso, qualunque esso sia. E impervio, come sempre è impervio, porsi dei dubbi, fermarsi a pensare, confrontarsi con sé stessi. Uno Stato Interessante insomma, fecondo e capace di generare spunti di riflessione imprevedibili.
Alessandra Bruno