Al Milano Film Festival l'anteprima de "La Ragazza Carla"
Nell’ambito del 20° Milano Film Festival (10-20 settembre), è in programma l’anteprima del film
La ragazza Carla, diretto da Alberto Saibene e prodotto da Mir Cinematografica con Rai Cinema. Il film, dopo la presentazione in anteprima italiana al Festival,
avrà una distribuzione in alcune città italiane.
Il film nasce dal poema di Elio Pagliarani
La ragazza Carla (1960), considerato uno dei capolavori della letteratura italiana del XX secolo, ambientato nella Milano del dopoguerra e ancora incredibilmente attuale.
È stato concepito per la Milano dell’Expo e nasce dall'iniziativa di un gruppo di ‘milanesi del cinema’ che, in un momento in cui è sotto all’occhio dei media di tutto il mondo, hanno voluto mostrare Milano al di là dei luoghi comuni e hanno voluto dire che a questa città vogliono bene, soprattutto nei suoi aspetti più nascosti. Quelli che racconta il poema di Pagliarani.
Un documentario, un film sperimentale, un film di montaggio che trova il suo punto di equilibrio nell’uso di linguaggi diversi: il poema recitato da Carla Chiarelli, i contrappunti di Elio, i repertori filmati della Milano d’allora, la città che vive nelle immagini di oggi, i disegni di Gabriella Giandelli, le fotografie della Milano in bianco e nero prima dell’avvento della società dei consumi.
Esiste un’anima della città? Un suo carattere, una personalità, un tratto distintivo che si riconosce nel tempo e che finisce per connotare anche i comportamenti dei suoi abitanti?
Questo film vuole mostrare la città di Milano con una proiezione in profondità, per dare valore all’identità, al tempo e alla memoria che permettono a un luogo di offrirsi al presente con una sua fisionomia unica.
Il poema di Pagliarani nasce dalla forte impressione che Milano suscitò nel romagnolo Pagliarani, approdato diciottenne nella metropoli nell'immediato dopoguerra. In un primo momento pensò di scrivere un soggetto da affidare a De Sica e Zavattini (sono gli anni di Sciuscià e Ladri di Biciclette), poi elaborò nel corso di un decennio il poema che fu pubblicato dapprima da Vittorini sul Menabò alla fine degli anni Cinquanta. Pagliarani ha scritto sotto l’impulso di un’esperienza personale della città e ha scavato a fondo per individuare i tratti che nel tempo si riconoscono come ‘segni caratteristici’ di Milano e ne definiscono il carattere. Una città segnata dal ritmo del lavoro (con l’incubo del lunedì), dall’alienazione dell’individuo nella società di massa, da una periferia che diventa sempre più anonima. Prepotente nell’espressione di chi comanda, crudele nel suo richiamo ai principi di funzionalità a cui ognuno si deve piegare, ma anche percorsa di vita e di umanità, intelligente, inquieta, curiosa, passionale.
Il film ripropone l’opera di Pagliarani e cerca le corrispondenze tra la città di allora e quella di oggi, confrontandosi con la sua forma poetica e con la forza della sua lingua, cui dà voce
Carla Chiarelli, che per anni ne ha tenuto viva la memoria, proponendolo al pubblico in teatri, musei, salotti.
Con lei
Elio, sorta di redattore–psicologo di un immaginario giornale che legge la ‘piccola posta del cuore’ delle ragazze di oggi e risponde alle loro domande, spesso in modo fulminante e surreale.
I temi delle lettere sono gli stessi del poema di Pagliarani ed esprimono il disagio delle ragazze di oggi che si affacciano per la prima volta alla realtà che la città mette davanti ai loro occhi.
14/09/2015, 12:35