Valeria Golino: "Un'esperienza a volte
cupa, a volte faticosa ma bellissima"
È stato l'ultimo film italiano visto in fase di selezione per Venezia, tra 1800 totali e 178 italiani (in otto settimane di lavoro), ma
"Per amor vostro" di Giuseppe M. Gaudino ha convinto subito i selezionatori del Lido. Nelle parole del direttore della Mostra,
Alberto Barbera, c'è la sincera stima verso un lavoro unico e coraggioso: "Posso dire anche che è anche quello che ha convinto di più la stampa e il pubblico a Venezia, e che in fase di giuria la Coppa Volpi a
Valeria Golino è stata data all'unanimità senza bisogno di alcuna discussione...".
A Torino per presentare il film (la media-copie nel capoluogo piemontese lo vede quasi davanti a "Inside Out"...), il regista Gaudino e la sua protagonista sono stati ospiti di
Lorenzo Ventavoli, decano del cinema italiano e storico esercente cittadino, e sono stati accolti in sala da Barbera (che ha testimoniato il suo amore per il film rimanendo poi seduto in sala per una nuova visione). "Un'emozione così, come quella che mi ha dato vedere questo film, non la provavo da quando dopo la guerra abbiamo visto i primi film del
neorealismo", ha detto Ventavoli. "E Valeria Golino mi ha ricordato
Anna Magnani!".
Sulla bravura dell'attrice, non bastasse il premio ricevuto, anche un'altra confidenza di Barbera: "
Jonathan Demme, che era al Lido per presiedere la giuria di Orizzonti, ha visto il film e ha detto a Valeria che con questa interpretazione è entrata di diritto nel pantheon delle più grandi di sempre!".
L'attrice napoletana ha ricordato la difficoltà di gestazione del film: "Un lavoro così ha senso se viene visto, e sarò sempre grata ai selezionatori di Venezia perché inserendolo in concorso hanno permesso che accadesse, e hanno cambiato per sempre il suo destino. Spero che piaccia, noi ne siamo innamorati: riuscire a farlo è stato rocambolesco,
è stata un'esperienza umana molto importante, non sempre gradevole, a volte faticosa, a volte cupa ma bellissima".
Infine, il regista Gaudino ha presentato il suo lavoro, e ha poi aspettato a fine proiezione il pubblico per un caloroso confronto. "
La fragilità messa in scena da Valeria è stata un dono per il film. Siamo stati sempre leali con noi stessi durante tutta la lavorazione, spero si noti. Volevamo raccontare un sentimento, volevamo dire al pubblico che non si deve essere gregari nella vita, bisogna essere autonomi. È anche una storia sulla comunicazione, sullo sguardo. Quello di Valeria è un personaggio pieno di contraddizioni, non la volevamo schematica e lei è stata eccezionale".
22/09/2015, 12:20
Carlo Griseri