ROMA WEB FEST - Tre giorni per il nuovo intrattenimento
Comincia la terza edizione del Roma Web Fest che vi indichiamo avrà luogo al MAXXI, malgrado nei comunicati non sia affatto scritto. Non ci sono neanche le date (25-26-27 settembre) ma siamo risaliti anche a quelle con un po' di lavoro che avrebbero dovuto fare in un paio di secondi, sapendolo, gli addetti e i responsabili della comunicazione.
Detto ciò, una domanda sorge ascoltando le parole dell'organizzatrice (di cui ignoriamo il nome perché non ha avuto la sensibilità di presentarsi, dal vivo, e non è segnalata nei comunicati e non è neanche Marco Muller, che però si presenta...) e dei sostenitori: serve trasformare in una proiezione cinematografica, in una sala con proiettore, schermo e poltrone qualcosa prodotto per essere fruito con mezzi assai più piccoli? La prima risposta è no, anche perché le oltre 100 serie web proiettate (questo lo hanno scritto nel comunicato), sono state selezionate da un gruppo di esperti, vanificando il senso proprio di Youtube e della rete, cioè la possibilità di vedere quello che ci pare quando ci pare (qui c'è un programma con orari e luoghi). Dunque, trasformare il senso della web serie ha il solo scopo di far "...incontrare i creativi e i brand che insieme alle società di comunicazione, oggi guardano a questo mondo come al "futuro" attraverso il quale raccontare le storie e colpire al cuore i più giovani". Bene per i film makers e gli altri, un po' meno per il pubblico che da casa può godere o ha già goduto dei prodotti proposti.
Inoltre la qualità: ha senso proiettare su schermo di 8 metri qualcosa prodotto per essere visto in 20 centimetri? Forse sì se si adegua la tecnologia, snaturando però ulteriormente il prodotto con investimenti tecnologici e che mai potranno essere compensati.
Una nuova domanda: a che servono, a livello produttivo, tutte queste serie web? Che fine fa il 95% di quelli che le fanno visto che a memoria si contano sulle dita di una mano coloro che hanno prodotto e producono qualcosa in grado di trasformarsi in lavoro? Sì, perché le web serie sembrano un grande parcheggio dove giovani agiati sfogano le proprie velleità artistiche, una volta bloccate dalla cosiddetta "distribuzione", alimentando il deleterio "intrattenimento gratuito" dove ci guadagna solo chi mette il mezzo e raramente chi crea il prodotto.
E anche le Istituzioni se ne sono accorte, facendo con pochi spicci proseliti e dando così uno sfogo alla massa sempre crescente di persone che, a ragione, vuole fare cinema e tv. E allora contributi, premi, bandi, per trovare nuovi talenti certo, ma soprattutto per tenere a bada senza troppi esborsi la massa imponente di artisti. Le web serie danno soddisfazioni personali (i click), che non portano guadagno e che dunque non possono essere considerate lavoro, tranne che per pochissimi.
Sul web si lavora gratis. E lo conferma
Claudio Di Biagio, uno che ha successo e che ha ottenuto milioni di visualizzazioni con il suo "
Freaks!" e che solo dopo sei anni dall'inizio di questa avventura riesce a guadagnare qualcosa. Ma lui è uno bravo, non il 95% di cui da lunedì 28 perderemo le tracce (dal vivo ma mai sul web).
Di buono il festival delle serie web, ha l'intenzione di far incontrare le persone in carne ed ossa, senza chat, facebook o altri mezzi alimentati a corrente. E forse dal vivo i giovani coinvolti ricominceranno a far circolare idee e progetti dando, solo allora, una possibile spinta al nostro cinema che dal fondo non riesce a staccarsi. Lasciate stare brand e società di comunicazione, parlate tra voi e vedrete che la selezione naturale (sempre più ostacolata dal benessere e dai facili mezzi di distribuzione), vi porterà a realizzare buoni prodotti e a fare il salto verso "il lavoro" in cinema o in tv.
Dopo le domande e le considerazioni, la notizia: al MAXXI di Roma da venerdì 25 settembre fino a domenica 27, sempre dalle 10 alle 18, web serie a go-go con la terza edizione del "Roma Web Fest - Il Cinema al tempo del Web". Magari...
23/09/2015, 15:01
Stefano Amadio