#CA2015 - "L'Aria di Elmas", aeroporto o stadio?
Esordendo con un inconsueto rap giocato sulle voci distorte di alcune intercettazioni giudiziarie, “
L'Aria di Elmas” di Massimiliano Mazzotta si presenta fin da subito come un documentario pieno di spunti: si parte dall’inchiesta politico-giudiziaria, si propone un interessante parallelo storico che accosta immagini passate e presenti del territorio, si dà voce ad una diffusa denuncia ambientale e sociale.
Non sempre bilanciato tra le sue diverse anime, il documentario è però efficacissimo nel riprodurre il disagio degli abitanti di Elmas letteralmente sopraffatti da una realtà già difficile (sono ossessivi i passaggi di aereo che sorvolano le teste e invadono le vite con il suono roboante dei loro motori) ma ancor di più da un futuro che li spaventa: l’allargamento dell’aeroporto verso l’abitato di Elmas, che pregiudicherebbe una zona paesaggistica ad oggi quasi incontaminata (salvo poi scoprire durante il film che l’alternativa all’aeroporto non sarebbe comunque mantenere il bacino naturale ma costruire lo stadio del Cagliari Calcio con annesso centro commerciale).
Alternando voci di cittadini, politici, amministratori delegati, e immagini di una natura che nel suo silenzio sembra l’unica a non poter aver voce in capitolo, il regista pugliese Massimiliano Mazzotta sente tutte le parti chiamate in causa senza filtri e lascia allo spettatore ampio margine di riflessione.
Unica vera pecca una colonna sonora troppo insistente che non dà tregua né alle immagini né alle parole (pur nel pregevole tentativo di assecondare lo stato d’animo del racconto).
08/10/2015, 09:00
Sara Galignano