Note di regia di "Showbiz"
Ho incontrato i personaggi del film uno dopo l'altro, grazie a Valerio Mastandrea che mi ha presentato Shultz. Con quest’ultimo sono andato a fare un aperitivo al bar Vanni e lì ho conosciuto anche Riccardo Modesti. Loro due sono l'uno l’opposto dell’altro, eppure sono amici da trent’anni. Riccardo è un chiacchierone, ama parlare di se stesso e raccontare le proprie “gesta” di presentatore ed organizzatore.
Shultz, invece, è un pittore taciturno, ex-microfonista del Maurizio Costanzo Show e di Gerry Scotti. Ho iniziato a riprenderli poco tempo dopo, in occasione del compleanno di Riccardo al Gilda. A distanza di qualche giorno, sono stato a casa di Shultz e poi nello studiolo dove dipinge. Con il passare dei mesi ho trovato gli altri due personaggi, Massimo Marino e Stefano Natale.
Il primo, incontrato in discoteca seguendo Modesti, racconta la vita notturna romana per una TV privata e fa il lavoro che Modesti faceva vent’anni fa, e che vorrebbe ancora fare. Il secondo, invece, è imprigionato dalla messa in scena del suo personaggio fatta da Carlo Verdone, suo amico d’infanzia, e dalla sua vena comica e malinconica allo stesso tempo. Che sono poi i tratti che accomunano tutti e quattro i personaggi del film...
Rispetto a Pezzi, il documentario che ho firmato nel 2012, ho scelto un approccio più “oggettivo”. La macchina da presa non partecipa al racconto, il confine tra chi narra e chi viene narrato non viene mai valicato. Il mio sguardo, infatti, vuole essere privo di moralismi o giudizi. L’assenza di una troupe, anche nelle serate in discoteca, mi ha permesso di vivere la realtà con estrema discrezione, impostando un rapporto intimo, naturale e confidenziale con i miei personaggi.
Luca Ferrari