Il resoconto della terza giornata della quinta edizione della
Rassegna del Documentario e della Comunicazione Archeologica
Un pubblico quanto mai eterogeneo quello che ha preso parte alla terza giornata della
Rassegna del Documentario e della Comunicazione Archeologica.
Il programma della mattinata è stato interamente dedicato ai più giovani, con una selezione di film d’animazione e docufiction pensati appositamente per loro e con il diretto coinvolgimento dei ragazzi in un laboratorio esperienziale che ha dato loro la possibilità di toccare con mano i materiali e gli strumenti con cui opera l’archeologo.
La Rassegna è proseguita nel pomeriggio con la proiezione del film '
Punta Linke. La memoria' di Paolo Chiodarelli, restituendoci suggestioni e dati straordinari sulla vita all’interno di una postazione austro-ungarica a lungo custodita dai ghiacci. Quindi è stata la volta di ‘
The lost sound. Il suono perduto’ di Elena Negriolli sulla ri-scoperta di un misterioso strumento musicale celtico. Il film ha introdotto il tema portante di questa edizione della Rassegna: la musica nel mondo antico. Un tema tanto affascinate quanto complesso, i cui studi sulla comprensione e ricostruzione hanno compiuto notevoli progressi negli ultimi anni. Delle recenti acquisizioni sul tema ci ha parlato Simona Rafanelli, direttore del Museo Archeologico di Vetulonia, in uno splendido intervento nel quale, tra l’altro, è stato possibile riascoltare sonorità che credevamo perdute nel tempo, attraverso la ricostruzione di antichi strumenti a fiato etruschi. Giuseppe Severini, liutaio esperto in storia della musica ha affiancato la Rafanelli suonando numerosi strumenti tra cui la brogna ed il flauto di pan. Un connubio vincente nel quale il sapere scientifico incontra il talento e la sensibilità dell’artista, ammaliando e coinvolgendo l’intero pubblico della Rassegna.
La giornata si è conclusa con proiezione di ‘
Con gli occhi di un pellegrino medievale. La via romanica delle Alpi’, il bel film di Lucio Rosa che racconta di un viaggio ideale verso la Terra Santa e nelle pitture murali dell’arte romanica, che con la loro ricchezza narrativa, la gioia e lo splendore dei loro colori sono una forma di espressione in lode della gloria di Dio.
25/10/2015, 07:46