MEDFILM FESTIVAL - Intervista a Jonas Carpignano
Cosa ti ha portato a realizzare Mediterranea?
"Mediterranea è nato quando ho conosciuto
Koudous Seihon, protagonista del film. Io sono sceso a Rosarno per fare un corto e quando stavo facendo il casting ho conosciuto lui e siamo diventati subito amici. È nata così l’idea, perché volevo fare qualcosa di più lungo sulla sua vita. "
Mediterranea" è nata dall’amicizia tra me e Koudous".
Quanto è stato importante il punto di vista di Ayiva e quanto invece quello del contesto di Rosarno?
"Per noi il punto di vista di Koudous (Ayiva nel film) era più importante, noi volevamo dare la parola a un immigrato che viveva in queste circostanze. Era fondamentale che fosse lui al centro della narrazione, piuttosto che il contesto del paese calabro".
In che modo hai affrontato questo lavoro tenendo conto delle esperienze personali delle persone con cui hai lavorato (come di Koudous)?
"Il 90% di quello che succede nel film è veramente successo nella vita di Koudous, è quasi un film biografico. Per lo stesso Koudous non è stato facile girare alcune scene, come quella in cui chiama la famiglia via Skype, perché sono dei momenti forti delle sua vita. La scena della rissa all’uscita del bar con dei ragazzi di Rosarno era successa a me e Koudous qualche anno fa e finito quell’episodio ho chiesto ai ragazzi di partecipare al film. I ragazzi che vedete nel film sono gli stessi che qualche hanno fa avevano veramente minacciato Koudous".
Che atteggiamento ha mostrato la comunità di Rosarno nei confronti del film?
"La maggior parte dei rosarnesi ci ha sostenuto, c’è sempre qualche impiccio o qualcuno che non vuole che si giri ad esempio dopo una certa ora però sono cose che succedono ovunque. Avevamo tante persone di Rosarno nella troupe e sono state fondamentali per realizzare questo film.
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Mediterranea"
è finalista al Premio Lux, un riconoscimento importante sia dal punto di vista pratico (favorendone una distribuzione maggiore del film) che puramente simbolico. In che modo Mediterranea può essere una voce in più nei confronti di una tematica così delicata e attuale come quella delle correnti migratorie?
"Siamo contenti che siamo stati scelti come finalisti per il Premio Lux però per noi l’obiettivo non era portare un messaggio al parlamento o al popolo. Noi volevamo far avvicinare il pubblico a una persona che vive attualmente in questa condizione in modo che si rifletta maggiormente sulla vita di queste persone".
15/11/2015, 09:08
Marta Leggio