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Note di regia di "Zio Gianni 2"


Note di regia di
Se la prima stagione lo aveva steso, la seconda lo renderà leggenda.
Rispetto alla precedente, la seconda stagione si arricchisce di contenuti narrativi e temi complessi, che traggono ispirazione da situazioni di vita vissuta, collocandosi più nell’ambito di definizione della “serie tv ristretta” che del genere sketch comedy dal quale proviene. Inoltre, l’aggiunta di molte più puntate speciali che spingono i personaggi in situazioni estremamente paradossali e talvolta oniriche, dà vita a veri e propri cortometraggi disseminati a impreziosire la narrazione, sperimentando per ogni episodio stili cinematografici diversi, per ricercare il contrasto tra l’epicità tragicomica del personaggio di Gianni, ed i risvolti inevitabilmente grotteschi, della commedia di situazioni.
Finalmente il nostro Gianni Coletti, mesto cinquantenne mollato dalla moglie, licenziato in tronco e costretto a vivere con tre studenti universitari, è passato da sfigato a sfigato consapevole.
E così, questa nuova stagione spazia sempre di più nell’immaginario comune e Zio Gianni non è solo lo sfigato che vive con dei ventenni ma è quel genitore che sa smontare le cose ed è lui il solo in grado di fronteggiare il temibilissimo tecnico della caldaia, è quell’amico un po’ scemo e ingenuo al quale fai credere qualsiasi cosa pur di sfruttarlo ma che in fondo senza di lui saresti perso, è tutti noi quando siamo in fila all’INPS e quando arriva il nostro turno ci sentiamo come degli eroi di una guerra civile destinati al martirio.
I giovani coinquilini di Gianni; Chiara, Fulvio e Rodolfo che, pur continuando a deriderlo, lo accompagnano amorevoli nel suo viaggio verso il baratro. Ma, come per tutti i “pischelli”, anche per lo sfigato consapevole arriva il momento di fare i conti con la realtà e sono proprio le parole del padre Nazareno e della ex moglie Fiorella, voci lontane del vecchio mondo, a svegliare Gianni dall’incubo dell’incapacità di scegliere e di uscire da quel limbo in cui si trova, e a riportarlo alla realtà. Dovrà quindi scegliere se tornare alla vita precedente o continuare a convivere con i tre ragazzi. O per lo meno, “consopravvivere”.

Daniele Grassetti