TFF33 - "Una Società di Servizi", anima e oggetto
È uno scarto dirompente quello che porta
Luca Ferri dal Super8 in bianco e nero di
Abacuc ai colori patinati di
Una società di servizi.
Con un formalismo da copertina tutte le inquadrature si giovano di prospettive geometriche che alternano con sapienza simmetria e asimmetria.
La regola del gioco è la pura osservazione, spesso statica di fronte all’umanità che si muove. Il luogo prescelto sono gli affollati padiglioni del
Forum Internazionale di Tokyo, che nelle dimensioni dei luoghi riducono le persone che vi transitano a piccoli oggetti in movimento. Giungono allora distensivi e rinfrancanti i momenti dove è solo l’architettura a riempire lo schermo, e non siamo obbligati a riflettere sulla natura robotica e impersonale della nostra “società di servizi”.
È ancora interessante conoscere l’inconsueta modalità lavorativa con cui si è mosso Ferri, che dopo aver ripreso in totale solitudine, ha consegnato il materiale a
Enrico Mazzi, il quale ha lavorato - da solo a sua volta –al montaggio. Un misto di empatia (nel riprendere; nel fare proprie le immagini di un altro) e di distacco. Caldo e freddo. Anima e oggetto.
28/11/2015, 09:40
Sara Galignano