FdP 56 - Allo Spazio Alfieri la battaglia di Piergiorgio
Welby contro l’accanimento terapeutico alla
presenza dei registi toscani e della vedova Welby
Il 56/mo
Festival dei Popoli chiude il 4 dicembre, al cinema Odeon di Firenze, con la cerimonia di premiazione dove saranno annunciati i vincitori, alle ore 21.00 (ingresso libero). I documentari selezionati si aggiudicheranno vari premi, tra cui quello per il miglior lungometraggio in concorso internazionale, del valore di 8 mila euro.
Dopo la cerimonia, sarà presentato in prima nazionale
The Queen of Silence di Agnieszka Zwiefka, documentario che si trasforma in un musical travolgente, con una colonna sonora firmata dal duo al femminile CocoRosie. Denisa, dieci anni, è un’outsider per diverse ragioni: è cittadina illegale di un campo rom in Polonia, è femmina in una comunità fortemente patriarcale e, soprattutto, non parla a causa di una grave disabilità dell’udito. La bambina vive in un mondo tutto suo: adora imitare le affascinanti attrici di Bollywood, viste mille volte nei dvd che ha trovato in un cassonetto vicino al campo. Quando balla può essere chi vuole, anche una regina, ed esprime quello che non riesce a dire: la gioia, la tristezza e la paura (l’autrice sarà ospite del festival).
Al Cinema Odeon le proiezioni inizieranno alle 15.00 con
Bab Sebta (Portogallo, 2008, 110’), un viaggio in cui i registi Frederico Lobo e Pedro Pinho invitano il pubblico a raggiungere il cuore pulsante dell’Africa da cui il viaggio dei migranti inizia. Alle 17.30 in programma
Solo – Out of a dream (Paesi Bassi, 2014, 90’) di Jos de Putter, l’incredibile vicenda di un bambino di favela diventato ricco e famoso come calciatore grazie ad un film. Prima del film, il corto
O Parto (Paesi Bassi, 13’) di Elizabeth Rocha Salgado, uno spaccato sul trattamento delle donne partorienti in Brasile. Alle 21.00 si terrà la cerimonia di premiazione dei documentari vincitori del festival; a seguire
The Queen of Silence (Polonia, Germania, 2015, 80’) di Agnieszka Zwiefka.
Allo Spazio Alfieri, alle ore 17.00, tra i lavori italiani in concorso per la sezione Panorama, la proiezione di
Love is All. Piergiorgio Welby, Autoritratto, dei registi toscani (di Pisa e Livorno) Livia Giunti e Francesco Andreotti, documentario che attraverso le sue opere, quadri, libri e fotografie ricostruisce il ritratto dell’uomo che nel 2006, ammalato da anni di una grave forma di distrofia, ha portato avanti una battaglia per il diritto di essere lasciato morire. Saranno presenti gli autori e la vedova Welby.
La programmazione allo Spazio Alfieri partirà alle 15.00 con
Amerika (Repubblica Ceca, 2015, 70’) di Jan Foukal, la storia di come, come quasi cento anni fa, un gruppo di cechi creò il proprio mondo nei boschi, ispirandosi all’immagine del “Selvaggio West” americano. Il film sarà anticipato dal corto
Der Zuhalter und Seine Trophaen (Austria, 2014, 22’) di Antoinette Zwirchmayr, in cui una donna racconta la propria infanzia non convenzionale vissuta da nipote di uno dei più potenti magnaccia di Salisburgo. Alle 17.00
Love is All. Piergiorgio Welby, Autoritratto (Italia, 2015, 60’), e alle 18.30 sarà il momento di
I Am Sun Mu (USA, Cina, Corea del Sud, 2015, 87’) di Adam Sjöberg, che ripercorre le vicende dell’artista conosciuto, dopo la sua fuga dalla Corea del Nord nel 1998, sotto uno pseudonimo che significa “senza confini”, preceduto dal cortometraggio
Savupiippu (Finlandia, 2014, 24’) di Jani Peltonen, un’indagine sull’Hotel Aulanko, inaugurato nel 1938 e punto di riferimento per una generazione di giovani, oltre a luogo della misteriosa morte di Sirkka Sari, astro nascente del cinema finlandese degli anni ‘30. Alle 21.30, saranno replicati i film vincitori del festival.
Al Cinema Stensen alle 18.30 sarà proiettato
Una stanza di casa mia. Val di Susa e dintorni: una conversazione con Luca Rastello (Italia, 2015, 58’) di Daniele Gaglianone. Nell’ambito delle riprese per un documentario contro la linea alta velocità Torino-Lione, nell’estate del 2012 il regista incontra lo scrittore e giornalista Luca Rastello per raccogliere la sua testimonianza intorno alle vicende della Valle e al suo viaggio, a tratti picaresco ma sempre lucido e meticoloso, che aveva fatto qualche mese prima tra Lisbona e Kiev.
All’Auditorium Sant’Apollonia alle ore 11.00 continua
How I did it: una serie di incontri aperti al pubblico con i registi del festival.
Repliche: al mattino, al Cinema Odeon tornano i film e gli autori in concorso internazionale, Alle 10.00
Sponde - nel sicuro sole del nord (Italia, Francia, 2015, 60’) di Irene Dionisio, la corrispondenza tra un custode di cimitero in pensione, che a Lampedusa dà sepoltura ai corpi dei migranti che hanno perso la vita durante i naufragi, e il postino Mohsen Lidhabi, che a Zarzis, in Tunisia, costruisce un museo con gli indumenti di quei cadaveri e gli oggetti che il mare ha restituito alla terra. A seguire
Pedro M, 1981 (Svizzera, Spagna, 2015, 27’) di Andreas Fontana: il mistero che avvolge il padre della protagonista, collegato alle riprese effettuate all’interno del Parlamento spagnolo nel 1981, durante il tentativo di golpe militare. Alle 11.30
Spoon (Canada, 2015, 60’) di Michka Saäl, che porta sullo schermo la poesia di Spoon Jackson, detenuto di un carcere di Los Angeles fin da quando nel 1977, appena diciannovenne, commise un omicidio, e
Por los caminos del sur (Messico, 2015, 29’) di Jorge Luis Linares Martínez, in cui un sentiero tra boschi impervi, fiumi da attraversare e montagne da scalare diventa, per padre e figlia, occasione per mettere a nudo i propri sentimenti. Tutti i registi saranno presenti al festival.
03/12/2015, 11:33