ASSOLO - La Vita comincia a Cinquant'anni
Sola con il cane. Certo è questa la situazione di Flavia,
Laura Morante, che superati i 50 si trova ad avere a che fare con le conseguenze. Di una vita intera fatta di due mariti, due figli, un lavoro come un altro, un ex amante ma soprattutto una personalità talmente inconsistente da essere la chiave della propria insoddisfazione e infelicità.
Il film di
Laura Morante però ha il difetto di non emozionare, esattamente come la protagonista, e di non essere capace di approfondire né personaggi né situazioni, rimanendo così in superficie da aver bisogno della voce narrante e di una psicologa che spiattella l'inconscio insieme a un paio di sogni, per integrare le sensazioni e mostrare qualcosa di più profondo.
In "
Assolo", serve a poco il ricco plotone di attori a disposizione perché ciò che manca sono i meccanismi giusti capaci di portare alla risata o alla riflessione; se arrivassero insieme staremmo parlando di Woody Allen (non l'ultimo...), ma nel nuovo film di
Laura Morante non arrivano neanche separate o alternate. Il vero problema del film è che sembra proprio tutto già visto e poco originale, come se ci fosse stato uno sforzo ridotto nella stesura della sceneggiatura con situazioni già abbondantemente sfruttate dal nostro cinema e solamente adattate agli interpreti a disposizione.
"
Assolo" non porta da nessuna parte, se non a riflessioni semplici sull'età, sugli uomini, sul sesso, sul matrimonio, chiudendo con un suggerimento degno di "non ci sono più le mezze stagioni", filosofia di vita di mille gattare: "
meglio i cani degli umani".
05/01/2016, 08:55
Stefano Amadio