Note di regia de "Il colore dell'erba"
Adolescenza, un mondo nuovo
Mi piace scoprire mondi nuovi, e anche l’adolescenza lo è. E’ un’età in cui l’ignoto intimorisce e al tempo stesso spinge a uscire dal proprio nido protetto per conoscere il mondo e “per innamorarci o qualcosa del genere”, come afferma Giona. In particolar modo è un momento della vita in cui iniziamo a percepire noi stessi e a misurarci con i nostri punti di forza e i nostri limiti, che alle volte sono più autoimposti che reali. Nel portare avanti l’impresa di arrivare da sole al lago, le due amiche spezzeranno il legame che le tiene legate alle loro paure perché si scopriranno più indipendenti, piene di coraggio e libere di continuare a scoprire e a sfidare i propri limiti. Che poi è ciò che di solito serve per affrontare anche tutto il resto della vita, e non solo l'adolescenza.
Giorgia e Giona
Giorgia, cieca dalla nascita, e Giona, ragazza albanese cieca dai tre, sono due ragazze piene di passione ed energia che mi hanno accompagnato durante quattro anni nelle loro vite conducendomi in lunghe camminate nell’orizzonte delle montagne, tra i filari delle vigne a vendemmiare, o a coltivare l'orto, ma anche mentre si occupano delle faccende di casa, mentre si impegnano nell'allenamento di judo, frequentano la scuola, le amiche e le lezioni di musica al pianoforte. Durante questo lungo percorso condiviso assieme mi hanno continuamente mostrato il desiderio di sfidare se stesse e diventare sempre più autonome. Nasce così l’idea di affrontare da sole la “strada verso il lago”, percorso che è loro proibito senza essere accompagnate: Il Colore dell’Erba diventa così un progetto di vita e un testimone fondamentale del loro cammino reale e simbolico verso l’indipendenza.
Vedere un mondo ricco di risorse
Il mondo di Giorgia e Giona è pieno di vita, ricchezza, emozioni e stimoli. Per questo non comprendono i pregiudizi di chi vede nei loro confronti: “La cecità è il problema minore, ci sono altri problemi che riguardano la vita da risolvere che mi danno un gran daffare” afferma Giona. Le ragazze nutrono un grande amore verso il loro mondo speciale e difficile che sanno rendere luminoso e pieno di forza, e che vorrebbero conoscere a tutti. Facendomi entrare nelle loro vite, Giorgia e Giona mi hanno aperto le porte al loro mondo di sensazioni e scoperte, comprensione e incomprensione, che è un mondo ribaltato dove la realtà diventa astratta e ciò che è astratto diventa realtà. Il mio film vuole dare voce a loro desiderio, ma al tempo stesso è un contributo al mondo “normale” perché possa arricchirsi di esperienze di vita differenti, fuori dalla norma.
Il titolo
Un giorno, mentre eravamo in campagna e Giorgia faceva le capriole le ho chiesto di che colore fosse l’erba. Ma dopo avermi risposto “verde” Giorgia non era in grado di spiegarmi che cosa fosse. Mi sono resa conto che anche per me la parola verde era solo un concetto e mi sono chiesta: se lo domandassero a me, come risponderei?
Il lavoro
Lo spunto per il documentario mi è stato dato da Andrea Cristofori, il nostro tecnico IL COLORE DELL’ERBA dell’audio, impegnato in corsi ai non vedenti per l’audio descrizione dei film. Mi sono così interrogata sul significato dell’immagine per il cieco e sul significato stesso di immagine. Il passo successivo è stato di conoscere Giorgia, la sua famiglia, e quindi Giona, sua amica Insieme, le due ragazze mi sono sembrate ‘strepitose’, le ho subito prefigurate come protagoniste di un documentario sull’immagine. Fin da subito desideravo realizzare un film che andasse bene anche per un pubblico di non vedenti, aspetto non semplice. La svolta c’è stata quando ho deciso di rivolgermi a Mirco Mencacci, sound designer anche lui non vedente e vera e propria autorità nel mondo del sonoro italiano e internazionale. Mirco ha un talento tutto suo di far vivere gli spazi ed è così che sono nati i paesaggi sonori per Il Colore Dell’Erba. Volevo che questo mondo fosse accessibile a tutti gli spettatori e desideravo abbattere le barriere e le differenze anche nella realizzazione stessa del film. Con Indyca abbiamo raggiunto questo obiettivo creando una versione appositamente per il cinema che attraverso dei passaggi sonori forti è in grado di auto-generare delle immagini.
Juliane Biasi Hendel