A Bologna "Cinevasioni", il primo festival del cinema in carcere
Portare il cinema inteso come esperienza di un gesto creativo e come strumento di rieducazione, crescita e condivisione, nel percorso di riabilitazione della vita carceraria.
E’ questa la sfida raccolta da Cinevasioni, primo festival del cinema in carcere, in programma dal 9 al 14 maggio all’interno della casa circondariale della Dozza di Bologna. Non un festival sul carcere, ma un festival in carcere.
Realizzato da D.E-R Associazione Documentaristi Emilia – Romagna in collaborazione con la Direzione della Casa Circondariale Dozza di Bologna e con il contributo della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e il patrocinio dell'Assemblea Legislativa della Regione Emilia Romagna, Cinevasioni è lo sviluppo culturale e didattico di CiakinCinema il percorso formativo che la D.E-R sta tenendo all’interno della Dozza dalla metà del mese di ottobre 2015 con un gruppo di venti detenuti.
L’obiettivo di entrambe le iniziative è di portare il linguaggio e la cultura cinematografica all’interno della realtà carceraria e aprire il carcere ad autori e studiosi del cinema.
“Questo progetto rappresenta una doppia sfida – dichiara Filippo Vendemmiati, direttore artistico di Cinevasioni - La prima nei confronti dell'istituzione carceraria, la seconda al mondo del cinema. Riuscirà "il linguaggio universale" del cinema a oltrepassare il muro più spesso quello che nella storia dell'uomo separa la società dei "liberi" da quella dei "ristretti"? Lancio un bando fuori concorso: il festival cerca presidente della giuria disponibile a mettersi in gioco e a confrontarsi con i detenuti che la compongono, si accettano auto-candidature.”.
Sul sito www.cinevasioni.it sono reperibili la scheda di partecipazione e il regolamento del concorso per l’invio delle opere. La partecipazione al festival è gratuita e la scadenza delle iscrizioni è fissata per il 30 marzo 2016.
Possono partecipare alla selezione lungometraggi di qualsiasi nazionalità, sia di finzione sia di genere documentario, la cui prima proiezione pubblica (sala o festival) sia avvenuta nel 2015. Requisito obbligatorio all’ammissione al festival, la presenza di un rappresentante dell’opera alla proiezione del film durante Cinevasioni (regista, attore principale, sceneggiatore, direttore fotografia, montatore, autore colonna sonora, produttore).
Il festival si articola in un’unica sezione a tema libero. La selezione dei film avverrà a cura e giudizio insindacabile della Direzione del Festival. La Giuria, formata dai partecipanti al corso laboratorio CiakinCarcere e presieduta da una figura di spicco del cinema italiano, sarà chiamata a indicare e premiare l’opera più meritevole nell’ultimo giorno del festival.
In totale Cinevasioni presenterà una decina di opere all’interno della sala cinema della Dozza di Bologna. Ad ogni proiezione potranno partecipare un centinaio di persone tra detenuti scelti a rotazione dalla direzione della casa circondariale e pubblico esterno precedentemente indicato dalla direzione del festival.
I partecipanti al corso laboratorio CiakinCarcere, oltre ad aver già realizzato il manifesto del festival, dovranno anche realizzarne lo spot e la sigla, come sintesi finale del percorso formativo.
CiakinCarcere, in corso fino alla fine di aprile, è organizzato da D.E-R Associazione Documentaristi Emilia-Romagna in collaborazione con la casa circondariale della Dozza di Bologna e si struttura in due moduli: una prima parte, già conclusa, intesa a fornire le conoscenze di base dell’analisi del film in rapporto anche al contesto storico del cinema, privilegiando un punto di vista più strettamente tecnico (inquadratura, montaggio, sceneggiatura, fotografia); una seconda parte, dal taglio più laboratoriale, che vedrà invece i detenuti alle prese con la realizzazione del video-spot scritto, diretto e girato all’interno della Casa Circondariale della Dozza e l’organizzazione del Festival Cinevasioni.
Il progetto CiakinCarcere che ha coinvolto come docenti alcuni dei migliori professionisti del settore, ha visto, fino ad oggi, una partecipazione e un interesse da parte dei detenuti superiori ad ogni aspettativa, consentendo di porre le basi per la costruzione di un’opportunità non solo formativa ma anche intesa come mezzo per ricominciare a immaginare un percorso nuovo, fuori dal carcere.
29/01/2016, 17:18