IL SENTIERO DELLA FELICITA' - Biopic di uno Yogi
Paramahansa Yogananda sarebbe uno dei molti, interessantissimi santoni indiani se, per un'ispirazione avuta da giovane, non si fosse trasferito negli Stati Uniti, vedendo quel paese come miglior mezzo per diffondere nel mondo la sua pratica, lo Yoga.
Autore del celebre "
Autobiografia di uno Yogi", punto di riferimento per chiunque sia a caccia di qualcosa "di più" dalla vita, oltre quel materialismo che incide sulle esistenze degli uomini contemporanei, specialmente se occidentali. E proprio qui, sul materialismo e sul denaro che sorge la prima domanda guardando l'interessante documentario diretto da
Paola Di Florio e Lisa Leeman: come mai solo i ricchi, cioè solo coloro che hanno già risolto il problema del sostentamento, si avvicinino alla pratica dello yoga e, traendone indubbi benefici, la esaltino in maniera assoluta?
Anche nel biopic su
Yogananda, citazioni e interviste a personalità (da
George Harrison a Steve Jobs), cancellano ogni altro testimone, diciamo di "working class", cioè impegnato quotidianamente a risolvere il problema delle bollette. Proprio lo Yogi cita il pensiero delle bollette da pagare come ostacolo per un buon sonno sereno e ricco di sogni, ammettendo lui per primo che quello economico e il vero muro che tiene lontana l'
illuminazione.
Dunque, mettiamo da parte qualche milione di euro e poi cominciamo a meditare, anche otto ore al giorno per qualche anno (prima di avere qualche risultato...), ad amare il prossimo incondizionatamente, a vivere tra i fiori indossando vestiti eccentrici. Altrimenti, e il numero di intervistati "normali" pari a zero lo dimostra, lo yoga rimane un sogno e la vita di
Yogananda, con i suoi ammirevoli insegnamenti, continua ad apparire come leggenda o come una splendida soluzione ai problemi della vita riservata a pochissimi. Con un bel conto in banca.
07/02/2016, 10:14
Stefano Amadio