TIRAMISÙ - Una ricetta che cambia la vita
Lui (
Fabio De Luigi) è uno sfigato, simpatico ma scemo, anzi neanche troppo simpatico. Fa il rappresentante di materiale sanitario ma non riesce a piazzare troppi prodotti, tra cerotti e supposte. Lei è
Vittoria Puccini, professoressa senza lavoro che fa ripetizioni e prepara gli studenti agli esami.
Poi lui cambia e lei si accorge, dopo un'ora di film, che è un idiota e lo molla. Ma, non se ne poteva accorgere una mezz'ora prima dell'inizio del film? Così ci risparmiava la solita storiella vista, rivista, trita, ritrita che circola da almeno un decennio sugli schermi del nostro cinema?
Fabio De Luigi mi ha sempre fatto ridere, dai "Mai Dire..." fino agli sketch per il web realizzati con
Angelo Duro proprio per il lancio di "
Tiramisù". Al cinema convince meno, e comincia a sembrare chiaro che per essere il personaggio di un film, protagonista, è necessario avere una gamma interpretativa di espressioni che accompagna il personaggio negli alti e nei bassi, nella felicità e nella tragedia.
Fabio De Luigi, malgrado riesca sempre a mantenere una certa ironia e simpatia, ha le corde per reggere una scenetta di cinque minuti, che sia per la tv o per youtube.
In
Tiramisù è anche sceneggiatore e regista, il che di per sé non è un difetto. Lo diventa quando la sceneggiatura la si scrive tutta da solo, senza confronto, ma anche quando non si va al cinema a vedere quello che fanno i colleghi, anche americani. Perché se avesse visto almeno la metà delle commedie uscite negli ultimi due lustri avrebbe sicuramente cambiato lo sviluppo della storia, che parte da una base debole, il tiramisù della moglie come chiave per aprire le porte della ricchezza, e si sviluppa senza alcuna novità significativa.
24/02/2016, 09:19
Stefano Amadio