Note di regia de "Il Traduttore"
Il Traduttore di Marie Giaramidaro e Nikolaus Mutschlechner è una sceneggiatura che colpisce, che emoziona e soprattutto che fa riflettere. È per questo che come produttore e regista mi sono innamorato di questa storia. Racconta di integrazione, di amore, di ribellione, di libertà. Ma è molto di più. Intreccia storie, sentimenti, desideri. Affronta angosce, paure, ricatti. Anna, Andrei, l’Ispettore Rizzo, Giorgio inseguono i loro sogni e sfuggono i loro incubi. Desiderano sconfiggere i loro demoni e lo fanno ognuno nel suo modo, a volte tenero, a volte doloroso. Ognuno può trovare un pezzetto della sua storia in questo affresco: la paura di un amore, la voglia di dimenticare, il desiderio di una fuga, il desiderio dell’affermazione professionale a qualsiasi costo. Tutte chiavi della storia degli uomini qui raccolte in un racconto che ha come tema base la diversità dell’altro da noi. Una diversità che il preconcetto ci impone di catalogare in maniera negativa. Ma spesso, i più negativi siamo noi stessi. In questo gioco di ombre, di amore, forse di lucida follia i protagonisti si muovo in bilico tra i loro mondi, cercano zone “neutre” di contatto e sono disposti a tutto pur di vivere, a volte solo sopravvivere, e di sperare.
Massimo Natale