TRENTO FF61 - Al festival i documentari sui rifiugiati
ai confini con l'Austria e sul PKK
I rifugiati mediorientali e africani ospitati in una storica residenza turistica ai piedi delle Alpi settentrionali salisburghesi, ai confini con l'Austria, in “
Café Waldluft” di Matthias Koflmehl; la vita quotidiana delle persone che hanno scelto di unirsi al PKK (Partito dei Lavoratori del Kurdistan) nel film censurato in Turchia, “
Bakur” di Çayan Demirel & Ertuğrul Mavioğlu e la scalata in una delle pareti più ripide dell’Himalaya in “Meru” di Jimmy Chin. Questi alcuni dei documentari in prima italiana del programma cinematografico del 64/mo
Trento Film Festival del 1 e 2 maggio 2016.
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Cafè Waldluft” di Matthias Koflmehl è ambientato in una storica località turistica ai piedi delle alpi settentrionali salisburghesi, Berchtesgaden, rinomata per lo splendido paesaggio ma nota anche per il Berghof, la residenza estiva che Hitler fece costruire a fini diplomatici. In questo scenario idilliaco e apparentemente isolato dal mondo, da oltre due anni, la proprietaria del Cafè Waldluft, una storica residenza turistica, ospita diversi rifugiati mediorientali e africani. Qui possono trovare un piccolo momento di pausa dalla situazione di solitudine in cui si trovano e iniziare a costruire i proprio futuro.
La prima italiana di “
Bakur” di Ertuğrul Mavioğlu, Çayan Demirel racconta la vita quotidiana delle persone che hanno scelto di unirsi al PKK (Partito dei Lavoratori del Kurdistan), organizzazione politica e paramilitare, che da diversi anni è in guerra con lo stato Turco per ottenere l'indipendenza delle regioni abitate dalle popolazioni curde. Il regista entra in tre campi di addestramento situati nelle aree montuose ai confini con la Turchia e racconta le convinzioni politiche e sociali che animano i suoi membri.
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Meru” racconta la straordinaria esperienza di tre amici scalatori che sacrificano tutto – tranne la loro amicizia – e combattono la perdita e l’avversa natura mentre tentano di completare la scalata alla “pinna di squalo” del Meru, una delle pareti più ripide dell’Himalaya. Con immagini spettacolari il film ci travolge in una avventura umana e intima in uno dei posti più lontani e sconosciuti della terra.
Alessandra Tieri30/04/2016, 14:59