HO AMICI IN PARADISO - Cinema e Disabilità
Della trama nessuno per ora vuole parlare ma del resto non è quello l’aspetto più interessante di
Ho amici in Paradiso. All’evento su
Cinema e Disabilità che si è tenuto in occasione dell’inizio delle riprese del nuovo film di
Fabrizio Maria Cortese, anche la presenza del ministro della Salute
Beatrice Lorenzin e del Segretario Generale della CEI, Mons.
Nunzio Galantino, è passata in secondo piano rispetto al sorriso dei protagonisti seduti in prima fila: otto ragazzi disabili del Centro Don Guanella di Roma.
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Ho amici in Paradiso" è solo al secondo ciak ma Salvatore e Marcello, affetti da gigantismo ipofisario, Carmelina con sindrome di down, Michele con disabilità mentale, Giacomo affetto da morbo di Pot, l’ossessivo compulsivo Fabrizio, Nicola paraplegico e Roberto con epilessia, hanno già dimostrato di recitare con disinvoltura accanto ad attori professionisti come
Valentina Cervi, Fabrizio Ferracane, Antonio Catania, Emiliano Coltorti.
“In questo film ho trovato quella luce, quella risposta alla necessità di dare un senso al proprio lavoro che ogni attore cerca ” ha commentato l’attrice
Valentina Cervi.
Antonio Catania interpreta Don Pino Venerito, direttore del Centro Don Guanella: “Un vero eroe. È stato un onore potermi ispirare a lui ”.
Questa commedia che
Fabrizio Maria Cortese definisce “agrodolce” ,sarà girata in parte nel Centro che si trova in Via Aurelia a Roma e in parte in Puglia e nasce da un'esperienza personale del regista. Frequentando assiduamente il “Don Guanella” a seguito dell’incidente di un amico, ha fatto amicizia con un gruppo di disabili molto interessati al cinema e al teatro. Due anni dopo, grazie alla collaborazione con Golden Hour Film e Rai Cinema è nato il progetto di Ho amici in Paradiso. “Loro dopo mesi di stage e preparazione non vedevano l’ora. Ma sono stato io a fine giornata a commuovermi”. “Avete presente i film di Alberto Sordi e Gino Bramieri? Io mi sono ispirato a loro”, ha commentato uno degli interpreti.
L’obiettivo è parlare della quotidianità delle persone, ma con leggerezza e senza pietismi. “Il tema dell’inclusione è il grande tema del nostro tempo. Bisogna cambiare il modo di guardare i disabili e quando lo facciamo cambiamo qualcosa in noi” ha detto il ministro Lorenzin.
Il senso di questo lavoro lo riassume però proprio uno dei protagonisti, ospite anche lui del Don Guanella: “Spero che il film verrà bello – ha commentato - ma anche se fosse brutto sarebbe bello comunque perché ha reso protagonisti noi disabili che troppe volte siamo tenuti nascosti alla società”.
04/05/2016, 08:50
Maria Teresa Squillaci