IL RAGAZZO DELLA GIUDECCA - Dal palco al carcere senza colpa
È come un documento di innocenza questo film dedicato al cantante
Carmelo Zappulla e alla sua disavventura giudiziaria. Il regista,
Alfonso Bergamo, sembra aver appreso non poco dalle sue esperienze didattiche e di cortometraggio ma, di fronte a una storia biografica come questa mostra di mancare del coraggio necessario.
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Il ragazzo della Giudecca" sembra un santino del protagonista, povero Cristo accusato di essere il mandante di un omicidio e perseguitato, almeno nel film, da un distorto sistema giudiziario. La vita senza ombre, la figlia e il fratello amorevoli, la nuova compagna e la famiglia sono cornici che addolcisco quella che poteva crudamente essere una bella storia di genere. Sarebbe stato sufficiente scegliere quale.
Sì perché Zappulla è stato ed è un cantante popolare siculo-napoletano, voce del sud al pari di Mario Merola e pioniere della corrente neomelodica. Dunque, come fecero i
Manetti bros per "
Song 'e Napule", la musica e il trash avrebbe potuto essere filone interessante e pervaso di ironia; come non sarebbe stato male strutturare il film su uno scheletro poliziottesco anni 70. Alla fine del decennio, primi 80,
Carmelo Zappulla fu anche interprete e protagonista di alcuni film tra musicarello meridionale e sentimento, che grande soddisfazione diedero ai botteghini dei cinema di quella mezza Italia.
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Il ragazzo della Giudecca" soffre di un evidente calo nella parte centrale ma anche di una recitazione a due velocità: calma e incisiva per gli interpreti di maggior esperienza come
Luigi Diberti, Franco Nero e Giancarlo Giannini ed eccessivamente sopra le righe, nel volume e nei gesti, degli altri interpreti principali
Tony Sperandeo in testa.
Il film prova a far luce sul caso e sulla definitiva innocenza di Zappulla ma si incarta intorno a dinamiche sentimentali da fiction tv senza essere strappacuore, leggero o spettacolare.
08/05/2016, 09:31
Stefano Amadio