VENEZIA 73 - "Robinù", la nuova criminalità disorganizzata
Michele Santoro sbarca al cinema. Lo stile è quello delle ichieste tv e la sensazione è anche che il metodo produttivo sia lo stesso: pensare l'argomento e mandare "sul campo" qualcuno a fare interviste e immagini.
Insomma, se non fosse perché il materiale è fresco di giornata, sembrerebbe un film di montaggio su immagini di repertorio.
Tutto molto professionale, dall'argomento al montaggio, dalla ricerca dei personaggi alla grande bravura produttiva per un documentario, "
Robinù", che racconta la nuova ondata criminale napoletana, quella che in strada ha travolto la classica "camorra" portando alla ribalta gruppi di ragazzini armati di "kalash" e di 765.
Spietati, per nulla impauriti dal potere della camorra né tantomeno da quello dello Stato, questi adolescenti vogliono tutto e subito e provengono da situazioni familiari pericolose ma anche da una piccola e onesta borghesia che però non può più garantire "una vita da sogno".
Santoro riesce a tenere il filo del discorso con grande padronanza, scavando a fondo tra baby criminali dal cuore di ghiaccio e relative famiglie, alla ricerca di una serie di ragioni che capiremo forse quando saranno superate come, sembra, la camorra.
06/09/2016, 15:30
Stefano Amadio