VENEZIA 73 - "Die Einsiedler", vite da eremiti
Dalla libertà e altezza del maso sulle Alpi in cui è cresciuto alla profondità della miniera in cui è andato a lavorare, convinto dalla madre che lo voleva tenere lontano dalla durezza della vita che lei e il marito sono in qualche modo costretti a proseguire: Albert è il protagonista di "
Die Einsiedler - The Eremites", lungometraggio d'esordio nella fiction del regista altoatesino
Ronny Trocker, film intenso e riflessivo che lo presenta al pubblico nel momento in cui il suo lavoro non dà prospettive, il padre è malato e il suo futuro non è - in primis per lui - minimamente chiaro.
Difficile dire di più della sinossi senza svelare particolari importanti: sono pochi gli eventi che accadono nel plot, costituito perlopiù da momenti di riflessione, splendidi panorami, sguardi, attese. Un approccio quasi documentaristico alla storia, che rivela il passato nel genere del regista e che dilata tempi e dinamiche, costringendo lo spettatore ad adeguarsi ai ritmi tipici dei luoghi in cui è ambientato.
La montagna non si piega alle esigenze dell'uomo, tutt'altro. E per chi è nato e cresciuto lì diventa complesso trovarsi a proprio agio altrove. Un mondo, ha spiegato lo stesso Trocker, che "
sta lentamente scomparendo", ma lascia tracce. Chi è nato e cresciuto in montagna fa fatica a "
dare voce ad ansie, sogni e desideri. Incastrati fra un passato carico e un futuro incerto, i personaggi del film stanno cercando un proprio modo per andare avanti, ma in un ambiente così ostile, circondati da una natura così imponente e dominante, ogni decisione diventa esistenziale. Senza grandi discorsi, il film cerca di visualizzare la fragile interiorità dei personaggi".
05/09/2016, 11:53
Carlo Griseri