NAPOLI FILM FESTIVAL XVIII - Le opere in concorso di SchemoNapoliDoc
A WIDE GAZE di Guido Pappadà (Italia, 2015, 34’)
Francesco Cito ha vinto per due volte il “world press photo”. Con il suo obiettivo grandangolare ha ritratto gli sposi napoletani in bianco e nero, in spiaggia, sui letti di casa, mentre maneggiano banconote, ma ha pure camminato, silenziosamente, lungo le strade dei continenti. Clandestinamente - percorrendo 1200 chilometri a piedi - entrò in Afghanistan. E, aiutato da vari gruppi di mujahidin, documentò con centinaia di fotografie il ritiro dell'esercito sovietico da quella terra ancora oggi assai misteriosa.
ARTE IN CAMPO di Angelo Paino (Italia, 2015, 24’)
“Arte in Campo” documenta il laboratorio femminile di pittura, tenuto nel campo Rom di Secondigliano a Napoli, dall'artista Bruno Fermariello con la mediazione dell'Opera Nomadi. Siamo in quella che una volta era terra di orti e di giardini, ed oggi è luogo di fuochi e di veleni, eppure è proprio qui, che paradossalmente Fermariello ha scoperto un mondo che è ancora capace di intendere gli antichi miti: il mondo magico delle ragazze rom. Nel corso dei mesi, attraverso gli incontri settimanali con queste artiste inesperte, vediamo emergere dinanzi i nostri occhi, immagini sorprendenti che sembrano scaturire dal profondo del nostro inconscio collettivo. Una volta terminato il laboratorio, tutto il materiale prodotto è stato presentato in una mostra/festa tenuta l'8 marzo direttamente nel campo. Oltre alle tele esposte e le fotografie di Luciano Ferrara, c'erano pietanze tipiche preparate dalle donne del campo, il pubblico ha danzato con la musica proposta dal gruppo zigano dei Costel Lautaru ed ha assistito alla toccante pièce teatrale di Cristina Donadio: “Little pieces” memorie di una spogliarellista, scritta da Enzo Moscato.
CICCILLO SOPRAVVISSE di Michele Salvezza (M) (Italia, 2016, 15’)
Sopravvisse il più bello, colui che era stato in grado di elevarsi.
CONTRO CORRENTE di Vincenzo Martone (Italia/Francia, 2015, 54’)
Francesco, 23 anni, è un atleta del Circolo Nautico Stabia – uno dei club di canottieri più titolato d'Italia. Alla sua giovane età ha già vinto due ori mondiali ed ha primeggiato nella nazionale italiana nel 2 senza in coppia col collega e amico di sempre Vincenzo Serpico. Nel 2013 a causa di una strana aritmia cardiaca, gli viene ritirata l’idoneità sportiva. La vita che ha sacrificato per il canottaggio dall'infanzia gli scivola per sempre tra le mani. Per un anno vede i compagni di squadra vincere le gare, vede Vincenzo entrare nelle Fiamme Oro – il solo modo per vivere di canottaggio, uno sport povero ma pieno di passione. Francesco è deciso ad abbandonare la sua carriera di sportivo. La famiglia e gli amici non lo abbandonano e lo aiutano a riprendersi dal duro colpo. Ritorna l’idoneità e con essa la voglia di lottare per i sogni di una vita. Prima la nazionale e poi il mondiale, ecco gli obiettivi di Francesco.
DERT di Mario e Stefano Martone (Italia, 2016, 62’)
La storia della cooperativa agricola INSIEME e dell'amicizia che l'ha resa possibile, quella tra Rada, Skender e Mario. A vent'anni dai tragici avvenimenti che hanno sconvolto la Bosnia, DERT si muove nei luoghi della memoria di un paese segnato dalla guerra ma non è un film sulle vittime e sul dolore. La testimonianza di una straordinaria esperienza collettiva fondata sulla dignità e sul lavoro. Un esempio di convivenza a dispetto di tutti i nazionalismi.
FABER NAVALIS di Maurizio Borriello (Norvegia, 2016, 30’)
Il titolo del mio film Faber Navalis significa in latino Costruttore Navale: parole in una lingua antica per pronunciare una dichiarazione d'amore pubblica per un mestiere antico.
Ho realizzato questo film nella speranza di stimolare una discussione sull'importanza della preservazione dei saperi tecnologici delle tradizioni marinare e delle imbarcazioni in legno (classiche, da lavoro, storiche, ecc.). Sento come dovere morale mobilitarmi per il recupero e la salvaguardia del patrimonio marittimo mondiale e quello della nostra penisola. La Cultura, la Storia, la Geografia dell'Italia è il mare che la circonda!
FIAMMIFERO (MALE NON FARE, PAURA NON AVERE) di Lorenzo Ambrosino (Italia, 2016, 13’)
Enzo è un pensionato. Vive in una piccola stanzetta in affitto ai quartieri spagnoli, dove è nato settantacinque anni fa. Tutti i giorni, alle tre in punto, Enzo lascia la sua piccola stanzetta e si dirige zoppicando verso la piazza sottostante. Giunto al centro della piazza inizia a chiamare qualcuno o qualcosa, con versi misti a parole. Al suo richiamo sbucano da sotto le macchine e dai vicoli circostanti una gran quantità di felini metropolitani. La piazza si riempie di musi miagolanti, al centro Enzo ride. I suoi gatti li ha chiamati tutti “Nanà”, così non si dimentica. Apparentemente senza poteri, dedica la vita a salvare i suoi invisibili protetti. Che gli sono, viceversa, indispensabili.
FLAT TYRE – AN AMERICAN MUSIC DREAM di Ugo Di Fenza (Italia/USA, 2016, 71’)
Il documentario è un viaggio di quarantadue giorni di una band bluegrass (musica folk americana degli anni '40) di Napoli "La Terza Classe" che parte per gli U.S.A. compiendo un viaggio da New York a Houston, in un van, alla ricerca delle origini della musica che interpretano. I sei ragazzi per coprire le spese suoneranno per strada fino ad arrivare accidentalmente ad incontrare una star del genere, Jim Lauderdale, che li permetterà di suonare al "Music City Roots" un programma televisivo sulla musica folk americana.
INSTABILE di Alessandro Chetta (Italia, 2014, 50’)
Michele Del Grosso è un vecchio impresario teatrale che gestisce un teatro sotterraneo, il Tin, in vico fico al Purgatorio, nel ventricolo millenario di Napoli. Dalle parti di Michele, da fine anni 60 ad oggi, sono passati i più grandi talenti della scena nazionale e internazionale: l’avanguardia di Julian Beck e dell’Open Theatre, il primo De Gregori, Troisi, Eduardo De Filippo. Oggi, in parte messo ai margini dai circuiti culturali cittadini, Del Grosso combatte da solo, e senza soldi, per continuare a fare arte in ogni forma nel suo vicolo. ‘Instabile’ è un tentativo di ritratto.
IRPINIA, MON AMOUR! di Federico Di Cicilia (Italia, 2015, 74’)
Due giovani cercano un posto dove suicidarsi. Un loro amico ha smesso di credere nella politica, forse perché suo fratello è morto militare in Afghanistan, lasciando un figlio piccolo. Tre militanti rapiscono un politico. Intanto un altro ragazzo parte.
LETTER FROM AN IMAGINARY MAN di Matilde De Feo (Italia, 2015, 40’)
Letter from an imaginary man è un documentario sull'amore, sulle lettere d'amore. Documenta un'operazione di raccolta e ricerca, partita nel 2012, di soggetti volontari disposti a leggere la propria lettera e raccontare in video la propria storia. Un’indagine sui sentimenti di profonda intimità, che partendo dalla lettura della scrittura privata precede il momento dell’intervista. Ogni soggetto è stato incontrato singolarmente, in uno scenario unico, tutti gli incontri possiedono una forte connotazione concettuale e videoperformativa. Ma c’è "un voile de mystère", l'illusione necessaria di cui parla Nietzsche a proposito dell’amore e dell’arte, dell’illusione come bisogno. E’ tutto un gioco: mescolare la finzione con la realtà, la letteratura con la vita, sottolineando la natura illusoria dell’amore, l’impossibilità di amare senza immaginare. Per amare abbiamo bisogno di oscillare tra realtà e fantasia.
MIRABILES - I CUSTODI DEL MITO di Alessandro Chetta e Marco Perillo (Italia, 2015, 29’)
Campi Flegrei: 5 siti archeologici di grande fascino sono sprovvisti di botteghino d’entrata. A mantenerli vivi sono gli assuntori di custodia, residenti tra Bacoli e Pozzuoli, spesso in là con gli anni. Ed è a loro che lo Stato italiano affida quei complessi antichi non avendo possibilità di organizzarne diversamente la fruibilità. Gli assuntori sono divenuti nei decenni figure mitiche per turisti e visitatori. Sono personaggi ‘mirabiles’, ammirevoli. Da generazioni si prendono cura ogni giorno di luoghi altrimenti perduti: Piscina Mirabilis, Grotta della Dragonara, Teatro romano, Tomba di Agrippina, Grotta della Sibilla.
MY LITTLE NAPOLI di Mariangela Ciccarello (USA/Italia, 2015, 15’)
Nel cuore di Brooklyn si nasconde un luogo dove il tempo sembra essersi fermato: una palazzina interamente abitata da una famiglia di origine campana . L’inaspettata scoperta da parte della regista di questa piccola Napoli ha il sapore di una madeleine proustiana.
NAPOLISLAM di Ernesto Pagano (Italia, 2015, 70’)
Un bel giorno Napoli si sveglia e si scopre islamica. Una telecamera attraversa la città ed entra nelle vite di dieci convertiti all’Islam, un disoccupato, una ragazza innamorata, un rapper, un padre di famiglia... Persone diverse che hanno trovato nel Corano una risposta all’ingiustizia sociale, al consumismo sfrenato, al blackout della speranza. Ma la religione che hanno scelto non è solo una fede: è un sistema di regole che viene da una cultura lontana. Come conciliarla con la propria? Tra una zeppola halal e una preghiera per strada, la loro storia quotidiana getta una luce nuova, di volta in volta divertita e amara, su Napoli e sulla nostra società.
NORMALE #LAFEDE di Giuseppe Alessio Nuzzo (Italia, 2016, 15’)
Come si fa a vivere la giornata con 9 figli? A sbarcare il lunario con 9 figli? Ad arrivare a fine mese con 9 figli? Il documentario racconta la singolare storia di Anna, moglie, operatrice sociale e madre di 9 figli. “Normale #lafede” è l’ultimo episodio della trilogia del docu-experience “Normale”, raccontare il sociale attraverso l’audiovisivo.
TOMBA DEL TUFFATORE di Yan Cheng e Federico Francioni (Italia, 2016, 30')
Un uomo cade nel nulla. In un museo del 21° secolo, sul coperchio di un’antica tomba greca, il Tuffatore viene colto nell’atto estremo, sospeso, del volo: il passaggio dalla vita alla morte; dal fisico al metafisico. Intorno a lui, turisti venuti in pellegrinaggio da tutto il mondo. Nella sua vorticosa caduta esploriamo un paradiso artificiale, la Costiera Amalfitana, in cui il tempo è indistinto: uomini e donne vagano tra le rovine del passato, spettacoli ed eventi emblematici. In questa immersione verso il nulla, però, cresce una domanda: chi è, veramente, il Tuffatore contemporaneo?
TRADUZIONI. VERSO UN'ACCADEMIA DEL DESIGN RURALE IN ALTA IRPINIA di Michele Citoni e Leonardo Ottaviani (Italia, 2016, 76’)
In Alta Irpinia, la terra dei terremoti, dove sono più le persone che se ne vanno di quelle che restano, prende vita un insolito incontro tra 40 "makers" e gli artigiani locali, propiziato da alcuni docenti selezionati tra i più interessanti designer e artisti italiani contemporanei. Sullo sfondo le rovine di Carbonara, un borgo rurale abbandonato dopo il sisma del 1930, che qualcuno si ostina a considerare non solo come un insieme di ruderi ma come il luogo d'elezione per sperimentare, attraverso il design, un sogno di cambiamento per il territorio.
21/09/2016, 18:49