FESTA DI ROMA 11 - "Cinema è Sogno" con la prefazione di Rondi
“Cinema è sogno” è una raccolta di frasi dei più celebri film d’autore italiani a cura dello scrittore e regista Giuseppe Alessio Nuzzo e con la prefazione di Gian Luigi Rondi. Il 18 ottobre, il libro è stato presentato presso la libreria dell’Auditorium Parco della Musica Notebook che in questi giorni ospita l’undicesima Festa del Cinema di Roma.
Quale occasione migliore per immergersi nelle citazioni delle pellicole che hanno fatto la Storia?
A recitare alcuni passi di registi come
Tornatore, Salvatores e Ozpetek, gli attori
Fabrizio Nevola e Francesco Montanari, protagonisti del film “Le verità”, con Nuzzo alla regia. Il team che si è occupato della sua realizzazione è stato composto da giovani volenterosi under 35. A colpire non solo gli attori protagonisti, ma anche Massimo Poggio e Renato Scarpa, che si sono messi a disposizione in alcuni cammei e sono intervenuti alla presentazione, la “serietà scherzosa” del set, la vitalità della troupe e la sensibilità del regista nell’ascolto.
Un grande tributo è stato rivolto a
Gian Luigi Rondi, grande critico e maestro di cerimonie, ma soprattutto padre del premio David di Donatello, che da poco ci ha lasciati dopo una vita dedicata al cinema. Rondi si è infatti occupato della prefazione di "
Cinema è sogno", che è stata definita “monumentale” dall’autore perché ha saputo racchiudere al meglio l’essenza del cinema italiano, sempre presente nel quotidiano e nel parlato attraverso le frasi più famose.
L’incontro con Rondi è stato decisivo per il percorso artistico e umano di
Giuseppe Nuzzo che afferma di essere stato molto incoraggiato da lui a raggruppare e riordinare le frasi che da sempre annotava dopo ogni film. A parlare dello zio, anche Umberto Rondi, che ricorda l’entusiasmo e la vitalità che Gian Luigi ha mantenuto fino alla più veneranda età, merito dell’amore per la disciplina cui ha dedicato la vita. “Anche da anziano non ha mai smesso di essere creativo”, racconta, “ha continuato ad occuparsi della circolazione delle idee, a mettere in moto le emozioni di tutti anche dedicando grande spazio alle nuove generazioni. Mio zio temeva di stare invecchiando ma ‘dopotutto, chi è giovane? Chi è in attesa di qualcosa’. Quasi come uno sfottò alla morte, questo aforisma è prova del potere terapeutico delle frasi del cinema che, come scrigni, aspettano di essere aperte e lette”.
19/10/2016, 11:19
Chiara Di Berardino