CHE VUOI CHE SIA - Scegliere tra modernità e correttezza
Le premesse sono ottime, la storia potrebbe funzionare tra attualità e scelte personali. Ma in "
Che vuoi che Sia",
Edoardo Leo si perde dietro alla correttezza di un cinema distante anni luce da ciò che racconta. Un cinema che sembra pensato da produttori e distributori, non credo dagli sceneggiatori, come se fosse un acquario, guardato da fuori e con scelte utilizzate esclusivamente per dare una patina di giovinezza al prodotto.
E sulla scia di "
Perfetti Sconosciuti" anche in questo nuovo film di Leo, si cercano appigli moderni tra social e tecnologia, presi a piacimento per far camminare la storia. Il web è usato prima con esperienza, per creare un portale che cambierà la propria vita, poi da assoluti dilettanti, quando si deve finire nelle perfide mani degli squali dei social. La sensazione è che tutto sia manipolato per dare un senso al film con l'effetto, dopo un quarto di film, di rendere prevedibili le situazioni ma anche, addirittura, le battute.
Il talento indiscutibile di
Edoardo Leo appare come diluito dalle esigenze di politicamente corretto, dalle richieste di "novità" (novità per chi?), o di un inevitabile lieto fine che non si inacidisce, come nella tradizione della grande commedia italiana sempre a sproposito citata, neanche con la postilla beffarda.
Come interprete Leo funziona nel ruolo a lui congeniale dello sprovveduto, icona di una generazione sempre in crisi e con poca identità.
Anna Foglietta non si esime, come sempre, dal riempire la sua interpretazione di smorfie e faccette, uno stile che farebbe accapponare la pelle a qualsiasi anglosassone, attore, regista o spettatore che sia.
Rocco Papaleo è lo zio insoddisfatto, bravo nell'interpretare un cinismo e una rassegnazione malgrado una moglie,
Marina Massironi, appiccicata nella storia per arricchire e dare un senso, non necessario, al suo personaggio.
Nel complesso "
Che vuoi che Sia" strappa qualche risata ma scivola via senza lasciare traccia perché manca della necessaria cattiveria, indispensabile per far partire quella riflessione sulla società chiaramente nelle intenzioni degli autori.
04/11/2016, 09:56
Stefano Amadio