Note di regia de "Il Segreto di Pulcinella"
Di Terra dei Fuochi si parla da anni. Innumerevoli servizi televisivi, reportage, inchieste e articoli hanno descritto il problema dell’inquinamento ambientale, da molti ormai chiamato biocidio.
Da questo fiume di informazioni, nasce il bisogno di raccontare la Terra dei Fuochi da un altro punto di vista, da un’angolazione diversa: realizzare un documentario che non fosse solo una denuncia, ma anche lo specchio della condizione di fragilità dell’essere umano che ha paura perché è vittima, troppo spesso, di interessi più grandi.
Sullo sfondo di Terra dei Fuochi, infatti, è la paura che si manifesta in modo prepotente e in molte forme: paura dei prodotti del proprio territorio, di ciò che si porta in tavola, paura del cibo, elemento fondamentale per sopravvivere che può trasformarsi in causa di morte.
Il Segreto di Pulcinella è un vero e proprio viaggio fatto di volti e storie: Carmine Schiavone, pentito di mafia che per più di vent’anni ha denunciato la devastazione del territorio campano, perpetrata dalla criminalità organizzata in accordo con le aziende corrotte, racconta di ciò che ha significato per lui il fenomeno del traffico dei rifiuti tossici nella sua ultima apparizione in video, girata poco prima della sua morte; le attiviste che già tredici anni fa combattevano contro lo sversamento dei rifiuti tossici; Don Maurizio Patriciello, simbolo della lotta contro la distruzione del territorio campano; madri che hanno perso i loro bambini; il medico di base che vede tante famiglie duramente colpite dalla “brutta malattia” dei loro cari; bambini e ragazzi spaventati dal cibo che mangiano, dall’aria che respirano, dall’acqua che bevono…
Questi volti rappresentano uno spaccato della martoriata terra campana, uomini, donne, adolescenti, medici, preti, casalinghe, mamme, figli tutti accomunati dallo stesso timore e dalle stesse ansie, perché tutti vivono sotto lo stesso cielo, nel quale si disperdono i fumi prodotti dai fuochi.
A fare da filo conduttore del discorso, sarà la maschera di Pulcinella, sia quella indossata dal burattinaio Bruno Leone che traghetterà lo spettatore nei luoghi di Terra dei Fuochi, sia quella incarnata dal burattino stesso simbolo del Teatro delle Guarattelle.
La figura di Pulcinella, infatti, ha un significato non solo storico, artistico e culturale, ma soprattutto di denuncia sociale. Metaforicamente, infatti, la maschera simboleggia la plebe napoletana che, stanca di subire abusi e umiliazioni, si ribella al potere che spesso è disumano.
Con la sua ironia e con la sua forza Pulcinella si burla del potere, per affermare la sua volontà di vivere e superare gli ostacoli.
Pulcinella è una maschera che non conosce confini: in Francia è conosciuta e amata come Polichinelle, in Germania come Kaspar, in Inghilterra Punch, e così via.
Ecco perché rappresenta il simbolo e il tramite perfetto per accompagnare lo spettatore nel corso di un viaggio emotivo così forte, suscitato dalle voci dei protagonisti e dalle immagini del territorio, in alcuni casi devastato, in altri rigoglioso e florido come la Campania Felix di un tempo.
Mary Griffo