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TFF34 - Intervista a Costa Gavras


Il grande regista greco ha ricevuto il premio Maria Adriana Prolo alla carriera assegnatogli dall'AMNC di Torino


TFF34 - Intervista a Costa Gavras
"Sono felice e onorato di essere premiato in questo modo, poi a Torino, in Italia, paese a cui sono molto legato". Parte così l'intervista a Costa-Gavras, uno degli autori-simbolo del cinema di impegno civile del '900, premiato nel giorno di chiusura del Torino Film Festival dall'Associazione Museo Nazionale del Cinema con il premio Maria Adriana Prolo alla carriera.

Autore di grande rigore, sempre attento a raccontare il mondo che ci circonda, Costa-Gavras è regista di circa venti lungometraggi, tra cui forse il più noto in Italia è "Z- L'orgia del potere", scelto dal festival per celebrare al meglio il riconoscimento. "Sono passati 47 anni dal premio speciale a Cannes, e 46 dall'Oscar come film straniero, ma è un film purtroppo ancora attualissimo. Mi capita spesso di accompagnarlo alle proiezioni, ancora oggi: pochi giorni fa lo abbiamo mostrato a una platea di ragazzi, e loro non lo hanno colto come un film vecchio, gli sembrava attualissimo. Non è un bel segnale per le nostre democrazie...".

Il riconoscimento a Costa-Gavras viene consegnato a poche ore dalla morte di Fidel Castro. "Sono stato tre volte a Cuba per collaborare con la scuola di cinema locale, fondata dal mio grande amico Gabriel Garcia Marquez. Non ho mai conosciuto Fidel, l'ho incrociato un paio di volte: è stato un uomo importante, mi spiace che non abbia saputo far sviluppare bene l'economia locale. Ora è difficile prevedere cosa succederà, anche il fratello Raul è anziano. Vedremo...".

Qualche ricordo dei suoi attori più cari. "Yves Montand lo conobbi grazie a Simone Signoret, che ai tempi era la sua fidanzata. Lavoravo a un film in cui lei recitava, me lo presentò e lui mi chiese se sapevo giocare a pallavolo. Io risposi di sì, mi invitarono nella loro casa delle vacanze e diventammo amici. Altro personaggio che ricordo con affetto è sicuramente Renato Salvatori, lo ricordo con grandissimo piacere".

Tanti i film da lui girati negli Stati Uniti. "Per me è sempre stato facile, firmavo contratti in cui mi veniva garantito di poter avere troupe francofone e di poter fare la post-produzione in Francia. Questo mi ha sempre dato la certezza di avere il controllo del film, tutto era più semplice. Oggi, invece, le cose sono molto cambiate e credo che fare un film come Missing, ad esempio, sarebbe impensabile".

Impossibile parlare con un tale autore impegnato senza chiedergli pareri sulla politica attuale. Della sua Grecia dice di aver "fiducia in Tsipras, anche se il suo potere è ampiamente vincolato dall'Europa, che fa e disfa come vuole e non gli lascia margine. Ho speranza però, è un leader giovane e 'pulito'. Trovo interessante anche il vostro giovane premier".

Delle elezioni USA che hanno portato al potere Trump ha un'idea più netta. "Se dovesse realizzare anche solo la metà delle cose che ha detto in campagna elettorale sarebbe un casino incredibile per il mondo... Un altro problema è che la sua presenza rinforza i populismi in tutto il mondo. Il popolo non deve andare al potere, è giusto che ci sia chi è preparato per farlo!".

Infine, due parole sui suoi attuali progetti. "Rimpiango di non avere fatto più film, ci sono tante cose che avrei voluto e vorrei raccontare. Ho appena finito di curare un cofanetto in Francia con nove miei film, ho pubblicato un romanzo biografico sulla mia carriera e ho finito di scrivere una sceneggiatura. Ma di questo non mi sento ancora di dire altro, è troppo presto".

27/11/2016, 08:41

Carlo Griseri