FEMMINISMO! - Lotte e conquiste da rivalutare
Sotto una luce più generale, "
Femminismo" è un film indispensabile. Non far perdere la memoria delle lotte e delle conquiste ottenute dai movimenti degli anni 60 e 70 è fondamentale per riuscire a mantenere il livello sociale del nostro paese.
Nel caso del documentario di
Paola Columba la confusione nelle giovani generazioni sembra regnare sovrana con i diritti acquisiti che, dati per scontati, in pochi sanno arrivare da un processo partito dalla presa di coscienza, proseguito nella lotta e concluso, spesso favorevolmente nella conquista.
Dalla libertà sessuale, fino all’inserimento nel mondo del lavoro e in ruoli sempre più decisionali, passando dal superamento del patriarcato alla trasformazione della famiglia moderna, le donne sono state al centro di battaglie che sembrano dimenticate, associate spesso al vecchio, al noioso, al politico nell’accezione attuale, legata ai pessimi politici, e non a un’ideologia e a un entusiasmo che poteva cambiare le cose.
Il femminismo confuso nel suo significato e messo al pari del maschilismo, è solo la punta di un iceberg di ignoranza della storia recente che la generazione protagonista di allora dovrebbe farsi carico di sconfiggere, senza narcisismi ma con un metodo chiaro e fruibile di comunicazione.
La regista intervista testimoni del movimento e di un femminismo che si è ovviamente trasformato e che ha avuto a che fare con una considerazione della donna sempre diversa.
Ma guardando con sguardo più ampio gli anni delle lotte, ci sarebbe da parlare anche di diritti sociali e civili. Aborto e divorzio sì, ma anche, ad esempio, i diritti del lavoro che sembrano acquisiti ma sono frutto di quel 68, di manifestazioni e scioperi che portarono, ad esempio, a una legge come la 300 del 1970, conosciuta come
Statuto dei Lavoratori, dai contenuti oggi metabolizzati, ma pian piano pericolosamente smontata (vedi articolo 18) per tornare a quello contro cui si combatteva.
Belle le immagini di repertorio dell'
Archivio del Movimento operaio, forse un po’ forti alcuni passaggi nella panoramica internazionale, con la ricerca di un sensazionalismo di immagini più gratuito che di denuncia.
26/01/2017, 19:30
Stefano Amadio