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Note di regia di "Etta d'Ignoti"


Note di regia di
Noi siamo il frutto del passato, ed è nostro dovere attingerne a piene mani, per migliorarne il futuro.
Il futuro di tutti
.”

Il cortometraggio è stato girato in una villa antica abbandonata, ed è proprio nelle stanze decorate e fatiscenti che si muove Etta, appesantita e sfiorita, tra foto ed oggetti, che a fatica ricorda d'aver avuto una famiglia, che ancora non capisce il motivo del suo abbandono, che rivive quel bacio, colpevole d'averla definitivamente allontanata dalla vita.

Ad una cena avvenne il mio incontro con Barbara Fasano, e da li iniziarono a prendere forma alcuni progetti, tra questi Etta D'Ignoti è tratta da una storia vera, raccontata a mezza voce da chi l'ha conosciuta realmente e sapeva qualcosa in più di noi sui manicomi, su come venivano trattate le persone li dentro. Etta (diminutivo del nome di questa donna, di cui non sappiamo né il cognome né la provenienza) viene internata a 17 anni poiché si era innamorata di un ragazzo che i familiari non ritenevano all'altezza del proprio ceto. Una volta in manicomio la poveretta impazzisce realmente, così trascorrendo il resto della sua vita, altri cinquant'anni, totalmente rinnegata ed abbandonata dalla sua famiglia. Muore, in manicomio, all'età di 68 anni.
Ciò che spesso si evince dai racconti di ex internati è la grande solidarietà ed amicizia che si viene a creare tra i malati, una sorta di unione pacifica nel dolore, per contrastare le brutalità, l'inefficienza e il disamore che vivevano quotidianamente all'interno di queste dannate strutture, dove venivano curati senza alcun criterio logico, maltrattati, lasciati per giorni in mezzo ai loro escrementi, senza dignità alcuna.

Dal Medioevo fino agli inizi del 1800 i malati di mente erano considerati “posseduti, pericolosi”, e fu di conseguenza che videro la necessità di creare strutture che avessero il solo intento di allontanarli dalla società. Tra l'800 ed il '900 nasce la psicoanalisi, con l'impegno di capire i sintomi della malattia mentale. In seguito con la 180, legge Basaglia, in Italia chiusero i manicomi e vietarono l'apertura di altre strutture simili.
Grande è la volontà di far conoscere questa storia, per dare voce a pesanti silenzi, pieni di colpe, per non ripetere gli stessi errori, per cercare di capire un po' di più l'animo umano, e per tentare di percorrere assieme una strada che possa rendere meno pesante il fardello di chi vede la realtà in maniera e forma diverse dalla nostra.

Laura Giordani