MONS 2017 - Monsieur et Madame Adelman
Il 33.
Festival International du Film d’AMOUR apre con tanto pubblico sotto qualche fiocco di neve.
Monsieur et Madame Adelman , “diffuso” via internet o in “numérique” come si dice in francese (scrivere proiettato sarebbe errato), alle 18.30 al Théâtre Royal de Mons, completo in tutti gli ordini di posti, invitati, autorità, giornalisti e addetti ai lavori, ha inaugurato il 33. Festival International du Film d’AMOUR mentre, non lontano, Berlino celebra grandiosamente il Cinema fino al 19 di febbraio e Locarno annuncia, per il suo 70°, di dare al Cinema Baltico un “First Look”.
Scritto a quattro mani con Doria Tillier, il film è anche la prima regia cinematografica di
Nicolas Bedos prolifico scenarista, teatrale e televisivo francese. Il Gala d’apertura si è aperto in musica con la performance dell’Orchestre Royal de Chambre de Wallonie (ORCW) di musica dei film “cantati”. Marthe Villalonga conosciuta ed apprezzata attrice teatrale, cinematografica e di famose serie televisive, (celeberrima Maguy con 333 puntate nel 1985) presentata con brio e tenerezza da André Ceuterick, Delegato Génerale, ha inaugurato la 33. edizione.
Interessante e in diversi momenti delle due e più ore di immagini anche avvincente,
Monsieur et Madame Adelman, mette in scena la storia burrascosa di una coppia che si ama per 45 anni dal 1971 ai nostri giorni. La letteratura in primo piano e la politica come contorno osservata con occhi di sinistra, fanno da sfondo all’odissea amorosa di Sarah e Victor giovani borghesi progressisti. L’insieme, dalla regia traballante, che risente della vulcanica personalità di Nicolas Bedos è accettabile, pur risultando verboso e mancante di sintesi narrativa. Il primo Woody Allen delle alienazioni psicanalitiche e dell’ascendente ebraica popolare, non ben metabolizzato, si fa sentire in modo costante. L’antagonismo dei sessi e l’affermazione smaccata della “supremazia muliebre” ci accompagna per tutte le due ore del film. Monsieur et Madame Adelman potrebbe suggerire l’idea di non partire da un libro per fare un film, ma fare il contrario. Infatti con i suoi inter titoli è già diviso in capitoli ben precisi. Il titolo poi potrebbe essere “Victor uomo e scrittore non riuscito”.
I tantissimi applausi e l’ovazione del pubblico alla fine della pirotecnica proiezione, mi hanno lasciato perplesso in quanto manifestavano sentimenti, emozioni ed apprezzamenti che io non avevo provato.
13/02/2017, 08:01
Augusto Orsi